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Rendimenti a livelli di fine 2014: cosa fare con obbligazioni e azioni?

La fase della “riga dritta”, un anno e mezzo di piccoli rialzi quotidiani dei prezzi è finita dieci giorni fa e indietro non si tornerà

di Redazione Soldionline 8 mag 2015 ore 09:38

Commento giornaliero di www.recce-d.com

I TEMI DEL GIORNO
1.     Tensione estrema.
Ieri il rendimento del Bund decennale ha avuto una oscillazione di ben 20 punti base (su una base di 60): scene incredibili e senza precedenti. Poi nel primo pomeriggio scendeva il petrolio, si rafforzava il dollaro contro euro, e la tensione era generale. Le acque si sono calmate solo per una dichiarazione arrivata dalla Grecia: ma va detto con chiarezza che la Grecia, ormai, è una vicenda marginale. La tensione proseguirà anche nella seduta di oggi, quando usciranno i dati USA per l’occupazione [importante per: obbligazioni ed equity (globale)]

2.     Dalla BCE neppure una parola. Mercato nel panico ieri a metà mattina, con il Bund decennale che ha toccato lo 0,77% di rendimento. Con un prolungato silenzio, la BCE si è tradita, mostrando l’atteggiamento imbarazzato di chi si è mischiato coi mercati, ma non ne capisce il funzionamento (ne abbiamo scritto nel Blog). La credibilità di Draghi è seriamente indebolita dagli ultimi fatti: come si muoverà in futuro? [importante per: obbligazioni (Eurozona)].

3.     Il dato per gli occupati USA. Non ci sentiamo di scommettere un solo centesimo sulla reazione di Borsa, dollaro e tassi al dato di oggi. Prevedere è impossibile, data la volatilità esasperata di tassi e valute nelle ultime due settimane. E’ rimasta stabile solo la Borsa, ed è per questa ragione che sarà, probabilmente, la più reattiva al dato. La stima per il dato di oggi (NFP) era di 233 mila, dopo il dato ADP dovrebbe più o meno essere stata rivista al ribasso di circa 30 mila, ovvero finire molto vicino a 200 mila unità. Perché è importante questo numero? Perché dopo un primo trimestre di crescita NEGATIVA, tutti ci hanno promesso da aprile in avanti la ripresa economica [importante per: obbligazioni ed equity (globale)]

4.     Segnali dalla Federal Reserve. Il Presidente della Fed di Chicago Evenas ha detto ieri: “Many analysts have argued that the Fed's zero-interest-rate policy has fostered instability, so it's "incumbent" on the U.S. central bank to address instability risks, he said. "It is quite natural that...the chair of the Federal Reserve is going to make some comments about leverage, how that is working its way through the economy and might be imparting some risk to the financial sector". Il cambiamento di tono è sostanziale: sarà anche un cambiamento di politica? [importante per: obbligazioni (USA)].

5.     Macro Eurozona.  Ancora dati problematici dalla Eurozona, come ormai capita da un mese a questa parte: come vedete nel grafico sotto, gli ordini all’industria sono tornati in positivo ma il primo trimestre 2015 si chiude, nel suo insieme, con un calo; e anche dalla Francia la produzione industriale registra un calo dello 0,3%:  [importante per: obbligazioni (Eurozona)].

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L'OPERATIVITA'
Rendimenti a livelli di fine 2014: cosa fare con le obbligazioni e le azioni?
La fase della “riga dritta”, un anno e mezzo di piccoli rialzi quotidiani dei prezzi (che vedete rappresentata nel grafico qui in basso a sinistra), è finita dieci giorni fa e indietro non si tornerà. Nessun potrà più dire che il downside non esiste perché “finché Draghi compra, non si rischia nulla”: il rischio c’è sempre, ed il risk management è la prima chiave di successo nella gestione dei portafogli. Quanto agli investimenti in obbligazioni, la valutazione di Recce’d oggi è la stessa di uno, due, tre mesi fa: i prezzi di mercato non li fanno le Banche Centrali, se non per brevi periodi di tempo. Lasciate quindi da parte il QE, e concentratevi sui dati economici macro e micro. Da quelli arriverà la direzione dei prossimi movimenti dei prezzi sui mercati.  Quindi: per decidere se tenere o vendere, guardate al petrolio, allo stato dei bilanci degli emittenti (anche degli Stati Sovrani), alla crescita delle economie (che incide sulla solvenza dei debitori). Noi di Recce’d per tutte queste ragioni ad oggi stiamo ancora FLAT su tutto il mondo delle obbligazioni, con modeste eccezioni sulla parte breve delle curve Gilt, Treasury e JGB. Sull’euro neppure un centesimo: valutiamo posizioni SHORT ma in questo mercati ci pare che, in entrambe le direzioni, oggi i rischi siano ingestibili, per il tipo di situazione che ha creato la BCE con le sue iniziative. Meritano uno sguardo anche le vostre posizioni in azioni: ieri mattina, ad esempio, l’indice di Milano ha toccato i livelli massimi del 2014, e a quel punto ha rimbalzato (grafico sotto, a destra). Ma un secondo test di quel supporto potrebbe aprire una fase di vendite, con un target non lontano da 20000 punti.

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L'ANALISI
Sembra tanto di rivedere il 2014 (con un pizzico di inflazione). 
Chiudiamo questa settimana, che abbiamo dedicato alle stime per la crescita del GDP e alle stime per l’inflazione nel 2015, con una nota sugli USA. Nel grafico in basso, che è aggiornato allo scorso 31 marzo, vedete come si erano mosse le stime per il GDP USA del primo trimestre: la previsione di consenso era partita dal 3% ed era arrivata a fine marzo, ovvero alla fine del medesimo primo trimestre, all’1,7%, con un calo dello 1,3%. Già allora, alla fine di marzo, c’era chi prevedeva un trimestre a crescita zero, e precisamente la Federal Reserve di Atlanta (rappresentata nel grafico). Oggi, noi sappiamo che il dato definitivo sarà inferiore a zero, ovvero crescita negativa. Perché è importante questo grafico: perché ricorda a noi e a voi quali sono i margini di errore in queste previsioni. E non solo per il primo trimestre 2015: errori come questi lo scorso anno ne abbiamo visti per tutti i trimestri e per tutte le aree geografiche. Da queste differenze, tra stime e dati realizzati, dipendono per intero le performances dei vostri investimenti, e i risultati del vostro portafoglio titoli.

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