Una politica stregona ha fatto finta di niente
Troppi lavoratori, meno stipendi. Troppi prodotti, meno profitti. E allora: debito! Un paradigma ha sostenuto il bluff: i produttori producono ricchezza, la distribuiscono; i consumatori, costretti dal bisogno, con quella ricchezza consumano. Falso!
di Redazione Soldionline 18 mag 2009 ore 11:28Tutti guardano dalla stessa parte, tutti vedono la stessa cosa: nessuno intravvede il bluff.
Il mercato del lavoro superaffollato ha ridotto stipendi e salari; il mercato delle merci, altrettanto superaffollato, non ha ridotto i profitti.
All’eccesso di offerta fa il paio l’insufficienza dei redditi.
Così si scrocca tutto?
Allora debito!
Sta qui l’inizio della crisi: si surrogano i redditi, si proteggono i profitti.
L’indiziata: una politica stregona durata molti anni che ha fatto finta di niente.
Anzi, prima ci ha gabbato oggi offre tutele.
Se non è bluff questo?
Un paradigma ha sostenuto il bluff: i produttori producono ricchezza, la distribuiscono; i consumatori, costretti dal bisogno, con quella ricchezza consumano.
Falso!
Basta cambiare l’ordine degli addendi e il prodotto cambia, eccome!
Sono i consumatori a produrre ricchezza, il 70% del PIL.
I produttori, loro, hanno invece il bisogno, quello di smaltire l’eccesso di produzione.
Noi forti, loro no. Noi al centro del meccanismo produttivo, loro no.
Noi smaltiamo l’acquistato per far riprodurre, loro no: a loro i profitti a noi i debiti!
Politica, politici, politicanti, dico a voi: questo gioco è finito.
Occorre farsi seri, la crisi lo impone: li vedete i fatti nuovi, spazi nuovi di azione, nuovi equilibri da contrattare, debiti da risarcire, ricchezza da redistribuire?
Star tutti li, ammucchiati su quella sponda, non paga tutti.
L'occasione c'è per tornare a distinguervi, a prendere le parti, a farvi parte: non un nuovo partito, partito nuovo invece.
Per dare magari rappresentanza a quelli che, non avendo più bisogno di soddisfare bisogni già ampiamente soddisfatti, producono ricchezza e con la consumazione danno la spinta alla nuova produzione fino a generare ancora nuova ricchezza.
Per farsi sponsor di gente così: forte anche se impoverita.
Per dare ristoro con redditi da consumo al lavoro forzato del dover consumare.
Noi ristorati potremmo allora tornare a produrre ricchezza; voi ristoranti, troverete consensi al vostro desco.
Yes we can!
Certo si potrà far altro, stare ancora con i nuovi deboli: i produttori. Hanno più bisogno loro di vendere che noi di acquistare.
Si potrà stare a bagnomaria, in attesa degli eventi.
Si può, pure, cambiare la ragione sociale del capitalismo dei produttori in quello dei consumatori.
Abbiamo i numeri, la forza, le virtù, il ruolo: ne abbiamo ben donde.
Noi siamo tanti; tutti.
Non tutti vi voteranno, tanti si!
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org
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