Un tetto alla crescita del Pil
Ennò signori, niente tetto. Vogliamo anzitutto quel che ci spetta
di Mauro Artibani 16 nov 2009 ore 11:17Un tetto alla crescita del Pil?
Chi lo dice poi lo nega; lo si mormora tra i denti; lo si legge tra le righe.
Già, un mondo a crescita programmata.
Quale democrazia potrà fare questo?
Con quale maggioranza?
I produttori si metteranno in stand by?
Quelli del credito verranno screditati dall’uggia?
Chi già non ha, come potrà avere?
Per i Consumatori tutta un'altra storia: potranno riposare, avere meno da acquistare, meno debito da fare. Un momento, questo accade già. Vuoi vedere che proprio nel momento in cui i nodi della crisi vengono al pettine, quando stanno maturando le condizioni per avere in mano nostra il bandolo della matassa, quando si farà epigrafe il capitalismo dei consumatori e la redistribuzione della ricchezza per confezionare un nuovo equilibrio tra chi offe e chi domanda e tornare a far crescere l’economia, c’è chi...
Chi?
Quelli che dovranno dare il resto vogliono scendere in corsa per non pagare dazio alla crescita. Fin ieri hanno avuto sovvenzioni improprie per commerciare valore svalutato, vendere beni in accesso al riparo dalla deflazione e con un’inflazione programmata che ha rimpinguato i loro utili; oggi vogliono un freno al Pil.
Ennò signori, niente tetto. Vogliamo anzitutto quel che ci spetta
Avuto il dovuto condurremo la crescita: il Pil è cosa nostra!
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009