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Tre figure, due individui, una moneta

di Mauro Artibani 25 ott 2010 ore 10:45
All’interno del sistema circolare della produzione tre figure professionali si scambiano moneta.
L’occupato, per aver lavorato alla produzione di merci, riceve compenso dal produttore; quello stesso occupato, abbigliato da Consumatore, restituisce con l’acquisto di quelle merci la stessa moneta al produttore.

Tre figure, due individui, un giusto compenso: il meccanismo risulta in equilibrio. Attraverso il valore delle merci prodotte, vendute ed acquistate si generano utili che, distribuiti agli operatori del mercato, diffondono ricchezza.

Quando i redditi erogati dai produttori ai chi lavora per produrre merci si mostrano insufficienti a smaltire quanto prodotto, si ficca dentro credito che surroga quel reddito per approvvigionare il Consumatore; aumentano gli operatori sul mercato, aumentano ancora gli utili, ancor più ricchezza da distribuire; l’apparecchio mantiene l’equilibrio.

Quando il credito erogato supera il livello di guardia si chiudono i rubinetti; salta il tappo del debito, l’apparecchio produttivo va in stallo. Salta la possibilità di poter acquistare, salta quella di poter riprodurre, saltano gli occupati a produrre.

Per restituire portanza alle ali e tornare a far volare l’apparecchio occorre ripristinare l’equilibrio di reddito che i tre tizi si scambiano. Difficile, non impossibile:

1) difficile andare contro il mercato, quello del lavoro, dove l’eccesso di domanda ha ridotto i redditi;
2) difficile andare a favore del mercato se, a fronte dell’eccesso di offerta di merci, un anchilosato paradigma autorizza politiche reflattive che non fanno scendere i prezzi;
3) difficile, ma non impossibile se per riscattare l’efficienza di quel mercato gli affrancati dal bisogno, vivificati dalla valutazione del lavoro di consumazione che smaltisce l’eccesso, vanno in soccorso dei mortificati dalla svalutazione del lavoro produttivo per pareggiare il conto: tutti insieme per il mercato efficiente; la forza contrattuale ci sta, ci sta anche il maggior bisogno per i Produttori di vendere che per i Consumatori di acquistare.

Un nuovo equilibrio per il mercato, insomma, che troverà il plauso pure degli efficientisti liberisti e, magari pure, lo scatto d’orgoglio degli schumpeteriani, proprio quelli della distruzione creatrice.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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