Scendono i prezzi delle case, ma non gli affitti
Meno domanda per case di proprietà, più domanda di affitto. La legge della domanda e dell’offerta segue il suo corso
di Marco Delugan 2 set 2009 ore 14:57E’ dalla fine del 2008 che, in Italia, i prezzi delle case risultano in calo. Come in molti altri paesi del mondo, d’altronde. Ma lo stesso non accade per gli affitti. Secondo i dati Istat, infatti, l’indice degli “affitti reali”, una delle componenti del più generale indice dei prezzi al consumo, in luglio ha ripreso a crescere, dopo essere stato fermo per i tre mesi precedenti, passando da 160,9 a 161,7 (base 1995=100). A gennaio 2009 era a 159,8.
A confermare i dati Istat, un’indagine svolta dal Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari) su un campione di 5mila offerte di locazione relative al primo semestre del 2009, e pubblicata il 30 luglio scorso.
Il canone medio, riferito ad un’abitazione di circa 80 metri quadri, è risultato di 1.030,00 euro mensili, in leggero calo rispetto allo stesso dato del 2008 (1.100,00 euro mensili). La flessione, secondo il Sunia, sarebbe però da attribuire ad una diversa distribuzione delle tipologie di appartamento offerte, che si sarebbe spostata verso dimensioni minori. Come dire: non sono diminuiti gli affitti in senso assoluto, quanto il taglio delle case offerte. Monolocali e bilocali, infatti, sarebbero passati dal 56% del 2008, al 60% nel primo semestre del 2009. All’interno delle singole tipologie di offerta, invece, i canoni registrati nel primo semestre del 2009 sarebbero in linea con quelli del 2008. Tra il 1999 e il 2008, poi, i canoni di affitto, risultano in aumento del 130%.
Diverso destino per i prezzi delle case. Il calo delle compravendite, iniziato nel 2007 (-4%) e proseguito nel 2008 (-15%), ha infatti pesato sui prezzi che, secondo quanto riportato dal Sunia, sono calati del 7% nel corso del 2008.
I motivi sono semplici. La crisi economica – prospettive di reddito che si fanno più incerte, e accesso al credito più difficile - porta alla diminuzione della domanda di case di proprietà.
Secondo Margherita Corsi della Borsa Immobiliare della Camera di commercio di Milano, però, la situazione del mercato delle case di proprietà sarebbe più complessa. La riduzione della domanda non sarebbe, infatti, così marcata come potrebbe sembrare a prima vista. Esisterebbe, cioè, una domanda potenziale consistente, come “congelata”, che attende un’ulteriore flessione dei prezzi e si è fatta più attenta e selettiva. Tanto che il tempo medio per l’acquisto di una casa è passato da un mese, nel 2007 a sei mesi nel 2009.
Ma tant’è: con la crisi aumenta la domanda di appartamenti in affitto. Aumenta anche l’offerta di affitto, per i grandi investimenti fatti nel mattone negli ultimi anni, ma non abbastanza da compensare la crescita della domanda.
“Di fronte a questa realtà, ha dichiarato Franco Ciriaco, del Sunia, annunciare criticabili piani casa che dovrebbero immettere sul mercato 100mila abitazioni in affitto o in proprietà agevolata nei prossimi cinque anni assume il sapore di una beffa per l’esiguità dei finanziamenti che non potranno mai garantire quelle quantità e per i tempi di realizzazione che non sarebbero comunque brevi. E’ necessario quindi, che il Governo apra al più presto un tavolo di confronto per mettere mano alla riforma del regime delle locazioni, alla fiscalità di settore ed alle misure di sostegno alla domanda debole a partire dalle famiglie sottoposte a sfratto per morosità”.
Marco Delugan
marcodelugan@soldionline.it
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A confermare i dati Istat, un’indagine svolta dal Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini ed Assegnatari) su un campione di 5mila offerte di locazione relative al primo semestre del 2009, e pubblicata il 30 luglio scorso.
Il canone medio, riferito ad un’abitazione di circa 80 metri quadri, è risultato di 1.030,00 euro mensili, in leggero calo rispetto allo stesso dato del 2008 (1.100,00 euro mensili). La flessione, secondo il Sunia, sarebbe però da attribuire ad una diversa distribuzione delle tipologie di appartamento offerte, che si sarebbe spostata verso dimensioni minori. Come dire: non sono diminuiti gli affitti in senso assoluto, quanto il taglio delle case offerte. Monolocali e bilocali, infatti, sarebbero passati dal 56% del 2008, al 60% nel primo semestre del 2009. All’interno delle singole tipologie di offerta, invece, i canoni registrati nel primo semestre del 2009 sarebbero in linea con quelli del 2008. Tra il 1999 e il 2008, poi, i canoni di affitto, risultano in aumento del 130%.
Diverso destino per i prezzi delle case. Il calo delle compravendite, iniziato nel 2007 (-4%) e proseguito nel 2008 (-15%), ha infatti pesato sui prezzi che, secondo quanto riportato dal Sunia, sono calati del 7% nel corso del 2008.
I motivi sono semplici. La crisi economica – prospettive di reddito che si fanno più incerte, e accesso al credito più difficile - porta alla diminuzione della domanda di case di proprietà.
Secondo Margherita Corsi della Borsa Immobiliare della Camera di commercio di Milano, però, la situazione del mercato delle case di proprietà sarebbe più complessa. La riduzione della domanda non sarebbe, infatti, così marcata come potrebbe sembrare a prima vista. Esisterebbe, cioè, una domanda potenziale consistente, come “congelata”, che attende un’ulteriore flessione dei prezzi e si è fatta più attenta e selettiva. Tanto che il tempo medio per l’acquisto di una casa è passato da un mese, nel 2007 a sei mesi nel 2009.
Ma tant’è: con la crisi aumenta la domanda di appartamenti in affitto. Aumenta anche l’offerta di affitto, per i grandi investimenti fatti nel mattone negli ultimi anni, ma non abbastanza da compensare la crescita della domanda.
“Di fronte a questa realtà, ha dichiarato Franco Ciriaco, del Sunia, annunciare criticabili piani casa che dovrebbero immettere sul mercato 100mila abitazioni in affitto o in proprietà agevolata nei prossimi cinque anni assume il sapore di una beffa per l’esiguità dei finanziamenti che non potranno mai garantire quelle quantità e per i tempi di realizzazione che non sarebbero comunque brevi. E’ necessario quindi, che il Governo apra al più presto un tavolo di confronto per mettere mano alla riforma del regime delle locazioni, alla fiscalità di settore ed alle misure di sostegno alla domanda debole a partire dalle famiglie sottoposte a sfratto per morosità”.
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