Occupazione, la parola d’ordine dei politici: oibò
Tante ipotesi in campo. Ma l’unica strada è ricominciare dal reddito. Da redistribuire
di Mauro Artibani 22 feb 2010 ore 10:39Quali altre allora?
Rimettere in moto la produzione che genera lavoro, indi occupazione, magari fornendo incentivi.
Ma non si era senza un cent e con i conti pubblici in fibrillazione? Poi quale Produttore, seppur incentivato, vorrà investire per produrre se non ha certezza di incontrare la domanda? Mica scemo, Lui sa che per far produrre ha erogato redditi insufficienti a smaltire il prodotto.
Signori, per queste vie non si cava un ragno dal buco.
Nell’Economia dei Consumi, partire dall'occupazione per avere reddito che acquista e genera crescita: pia illusione. Basta ciance: si parte dal reddito e, vedrete, l’occupazione verrà.
Ricominciamo daccapo: quel reddito potrà generare consumo, di seguito crescita, poi nuova produzione, indi lavoro, poscia occupazione. Si dirà: dare reddito “a gratis” per innescare il processo virtuoso, risulta diseconomico, ancor più immorale. Ennò cari miei, la sostanza economica di quel reddito compensa quel lavoro di acquisto e consumazione che, svolto ben oltre il bisogno, potrà sostenere proprio l’economia e vivaddio fornire un assegno morale agli atti di consumo.
Dove stanno le risorse per retribuire?
Là dove sono: nelle rendite, nelle filiere produttive troppo lunghe che disperdono profitto, negli utili inutilizzati pure tra quelli della bassa propensione al consumo che mettono i soldi al pizzo.
Tocca redistribuire i carichi, i compensi ed i vantaggi per raddrizzare la barca e tornare a navigare sulle rotte della crescita.
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.