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Nuovi business: al mercato nuove merci e nuova domanda

Per ripristinare l’efficienza del meccanismo dello scambio

di Mauro Artibani 12 lug 2010 ore 10:34
Quando i redditi mancano di dare sostegno alla domanda che smaltisce l’offerta di merci la macchina economica si ferma. Indispensabile mettere in campo opzioni di risarcimento in grado di ripristinare l’efficienza del meccanismo dello scambio.

Si intravvedono operose azioni che attrezzano business; strategie di prodotto che il mercato apprezza e prezza. Dentro quelle officine si scorgono fatti nuovi: vendono i Consumatori, acquistano Produttori,  Commercianti e nuovi Consumatori. Il mondo alla rovescia.

L’Attenzione, il Tempo, l’Acquisto: le merci esposte.

L’Attenzione: il prodotto dalle televisioni commerciali venduto ai pubblicitari; venduta dagli spettatori di format di ogni tipo, retribuita con l’intrattenimento full time e senza canone.
Stessa cosa con le free press: la notizia cattura l’attenzione del lettore, ceduta al pubblicitario, produce utili in parte restituiti al lettore con l’informazione quotidiana ed il costo zero: guadagno 365 € l’anno.

“Parli gratis se ascolti pubblicità”: efficace il business di quelle compagnie telefoniche che retribuiscono l’ascolto di reclame mentre si dialoga con chicchessia. Un bel guadagno.

Pure il Tempo è denaro: Ikea confeziona merci in scatola di montaggio, mobili da assemblare; chi li acquista e li monta vede retribuito il tempo del suo lavoro con un prezzo imbattibile. Ikea rinuncia a parti di utile per fare business; pure il Consumatore fa business: vende il suo tempo.

Ci sono agenzie che acquistano dati su abitudini, gusti, vezzi: il non tutto ma di tutto dei Consumatori; buoni per confezionare prodotti ad hoc da vendere a quella stessa gente. Sondaggi come se piovesse che retribuiscono il tempo che compila il questionario.

Ci sono altri tempi e pure luoghi dove si accatastano merci in eccesso: due volte l’anno con i saldi così come negli outlet. Lo smercio di merci invendute fa l’affare: vendere l’istanza dell’acquisto guadagna sconti esilaranti dal 20 al 70%.

Tutto questo accade, altro ancora si può fare.

Affari consumer-to-business: il risparmio degli Italiani, seppure in fase di contrazione e mal impiegato, ammonta a 6.000 mld di €. Offerto a investitori professionali capaci di extra rendimenti, oplà, per ogni 1% in più 60 mld nelle  tasche dei Consumatori.

Affari consumer-to-consumer: vendere l’acquistato e non usato. Il valore raddoppia, la stessa merce fa due volte prezzo; non si impegnano nuove risorse, non si smaltisce; guadagna chi vende, guadagna il prezzo più basso chi acquista, migliora la redditività del reddito.

Business anche con il peer-to-peer: occasioni per tutti senza spesa che rimpinguano il reddito. Sharing il suffisso d’ordine, poi i prefissi: house, file, video. C’è pure il  coach-surfing

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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