La deflazione che non c’è
Eccesso di offerta, domanda in difficoltà: solo la riduzione dei prezzi potrà rendere adeguata la capacità di spesa
di Mauro Artibani 7 set 2009 ore 09:12Se l’offerta è in eccesso e la domanda è in difficoltà senza un reddito adeguato, un mercato efficiente, in grado di fare il prezzo di tal garbuglio, avrebbe dovuto generare deflazione per ristabilire equilibrio.
Già, la deflazione che non c'è: lecito interrogarsi.
L’artificio del debito ha fatto tenere i prezzi, altrimenti per le aziende giù gli utili, gli investimenti, i profitti, il lavoro; meno redditi per stipendi e salari: crisi su crisi. Quel debito, surrogato del reddito, che ristora i bisogni dei consumatori ripara il guasto, riattiva la crescita.
Questo si è creduto di dover fare, questo ieri è stato fatto, questo si pensa di dover fare con le politiche monetarie fiscali e di bilancio messe in atto. Questo arzigogolo, lenitivo per malattie congiunturali, rischia di uccidere il paziente. Quale medico ha fatto tal diagnosi?
Un tal paradigma.
Si, quel caro precetto del bel tempo andato, che gironzola nella mente dei più, fa ancora la sua parte: dispone meriti, onori ed oneri; attribuisce ruoli, gerarchie, compensi; legittima politiche distributive non più sostenibili.
Conservatore dell’ordine costituito: con il debito ha difeso privilegi, millantato credito d’esercizio per operatori screditati; garantito rendite di posizione; conclamato lo squilibrio economico che svaluta valore e brucia ricchezza.
Che fare?
Un giovane di bell'aspetto si fa avanti. Un Professional Consumer, armato di un paradigma nuovo di zecca, si propone al mercato. Con tono avanguardista dice: per noi che con l'acquisto trasformiamo il valore in ricchezza, in un mercato impallato dall'eccesso, solo la riduzione dei prezzi potrà rendere adeguata la capacità di spesa; se così ha da essere, deflazione sia.
Altro che debito!
E chiosa: sì, riduzione dei pezzi, pressappoco un reddito che ristori il Lavoro di Consumo e garantisca a noi la continuità d'esercizio, altresì ai produttori di produrre, ai commercianti di commerciare, a chi lavora di lavorare.
Poi, mai domo: organizzati saremo la lobby più forte di tutte le altre, chi potrà resisterci?
Chi può dargli torto?
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org
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Già, la deflazione che non c'è: lecito interrogarsi.
L’artificio del debito ha fatto tenere i prezzi, altrimenti per le aziende giù gli utili, gli investimenti, i profitti, il lavoro; meno redditi per stipendi e salari: crisi su crisi. Quel debito, surrogato del reddito, che ristora i bisogni dei consumatori ripara il guasto, riattiva la crescita.
Questo si è creduto di dover fare, questo ieri è stato fatto, questo si pensa di dover fare con le politiche monetarie fiscali e di bilancio messe in atto. Questo arzigogolo, lenitivo per malattie congiunturali, rischia di uccidere il paziente. Quale medico ha fatto tal diagnosi?
Un tal paradigma.
Si, quel caro precetto del bel tempo andato, che gironzola nella mente dei più, fa ancora la sua parte: dispone meriti, onori ed oneri; attribuisce ruoli, gerarchie, compensi; legittima politiche distributive non più sostenibili.
Conservatore dell’ordine costituito: con il debito ha difeso privilegi, millantato credito d’esercizio per operatori screditati; garantito rendite di posizione; conclamato lo squilibrio economico che svaluta valore e brucia ricchezza.
Che fare?
Un giovane di bell'aspetto si fa avanti. Un Professional Consumer, armato di un paradigma nuovo di zecca, si propone al mercato. Con tono avanguardista dice: per noi che con l'acquisto trasformiamo il valore in ricchezza, in un mercato impallato dall'eccesso, solo la riduzione dei prezzi potrà rendere adeguata la capacità di spesa; se così ha da essere, deflazione sia.
Altro che debito!
E chiosa: sì, riduzione dei pezzi, pressappoco un reddito che ristori il Lavoro di Consumo e garantisca a noi la continuità d'esercizio, altresì ai produttori di produrre, ai commercianti di commerciare, a chi lavora di lavorare.
Poi, mai domo: organizzati saremo la lobby più forte di tutte le altre, chi potrà resisterci?
Chi può dargli torto?
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
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