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Il debito surroghi il reddito!

Quella regola non scritta che ha leso la ragione dei più e vanificato quella dei consumatori

di Mauro Artibani 3 ago 2009 ore 09:53
La responsabilità della crisi: un paradigma killer!

Sì, quella regola non scritta che ha leso la ragione dei più; vanificato la ragione dei consumatori, relegati al “compra compra”, fino a rendere marginale il loro ruolo economico e quello produttivo.
Quel paradigma che ha distribuito regole, onori ed oneri agli attori del sistema produttivo: produrre agli uni, consumare agli altri; ricchezza prodotta dai primi, ristoro del bisogno ai secondi.
Due ruoli, due responsabilità, due misure, due asimmetrici compensi per rendere massima l’efficienza del meccanismo produttivo.

Tutto bene fin quando la domanda, nutrita dalla necessità, indicava la direzione, forniva misura all’intero sistema; i produttori, facendo offerta a quei bisogni, creavano ricchezza.

Poi, nel mezzo del cammin di quella via, l’efficienza produttiva supera se stessa, l’offerta sopravanza la domanda: “ la caduta tendenziale del saggio di profitto” mette a rischio il sistema. Quel marxista di Marx l’aveva detto.

I “padroni” reagiscono, si da' un’accroccata al meccanismo: la ricchezza fluisce meglio, si consuma l’offerta; la pubblicità ed il marketing faranno il resto, produrranno quella domanda. I consumatori, finalmente liberi dal bisogno, avranno solo da acquistare.

Verrà ancora aumentata la produzione, si produrrà una tale quantità di ricchezza da fagocitare pure i diseredati che potranno mangiare fino ad ingrassare, che dovranno abbigliarsi addirittura alla moda, che avranno da acquistare a più non posso, pur di smaltire l’offerta.

Finché i redditi sostengono la domanda, va tutto a vele gonfie poi qualcosa si sfilaccia. Il mercato del lavoro funziona al meglio nel fare il prezzo: l’automazione dei processi produttivi riduce l’offerta di lavoro, tumultuose migrazioni aumentano la domanda, i paesi emergenti riducono il costo del lavoro; voilà, redditi più bassi.

Nel mercato delle merci l’eccesso di capacità produttiva, l’aumento del numero dei produttori e delle merci prodotte non riduce i prezzi, non lima i profitti.

Due mercati, uno squilibrio da far saltare il banco.

Il banco non salta perché, briccone, quel paradigma interviene ed ordina l’impossibile: il debito surroghi il reddito! Una politica imbelle e la finanza creativa, in modo artificioso, ripristinano l’equilibrio: viene creata ricchezza con il debito, si tira innanzi fin che si può con mezzi di fortuna ed opzioni stregone, poi la crisi.

Siamo ai giorni nostri, per andare oltre la crisi, sic et simpliciter, ancora debito in forma di credito:
ai produttori per produrre l’eccesso, ai consumatori per smaltire questo eccesso. Ad elargire credito, gli indebitati del credito che hanno ricevuto credito da Stati indebitati. Risultato: per 1 $ di PIL ne girano 3,7 di debito e la crisi sta ancora in alto mare.

Non è lesa maestà rammentare a Lor Signori che quel paradigma, buono per l’economia della produzione, si mostra dannoso per quella dei consumi. Belleppronto uno nuovo di zecca: i consumatori mediante l’acquisto trasformano il valore in ricchezza; consumando fanno riprodurre, dando continuità al ciclo. Centrale questo ruolo per la crescita; indispensabile quel loro esercizio, necessario un reddito adeguato allo svolgimento di cotanto fare, altro che debito.

Nuovi ruoli, riorganizzate gerarchie, adeguati compensi: un rinnovato sistema produttivo.
La vedete la luce in fondo al tunnel?

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

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