Consumare: esercizio produttivo, altro che bisogno!
Crisi figlia di un sistema produttivo sfiancato e di un mercato strabico
di Mauro Artibani 29 giu 2009 ore 10:05Nel mercato del lavoro un eccesso di offerta ha ridotto i redditi, aumentato i profitti; in quello delle merci l’eccesso di offerta non ha ridotto i prezzi, nemmeno i profitti: nessuno si è accorto di nulla, tutti hanno taciuto.
Il credito drogato, che ha surrogato quel reddito insufficiente, ha sostenuto artificialmente la domanda.
Si sono fatti profitti, anzi si è prodotto ricchezza con il debito. Per un po’ ha funzionato: oggi sboom.
Credo sommessamente e con tracotante volontà ritengo si debba ricominciare daccapo. Se la crescita economica si fa comandamento, tabù, il PIL diviene il totem attorno a cui danzare senza posa: il 70% del PIL il risultato di cotanto danzare dei consumatori.
Ma quale esercizio di bisogno allora! Il consumare si fa esercizio produttivo, i consumatori operatori economici. Per questo esercizio occorre mettere in campo Tempo, Attenzione, Perizia, Costanza, pure Ottimismo: un vero e proprio lavoro.
E se lavoro ha da essere, che reddito sia. Sbigottiti?
Agli sbigottiti basta dare un'occhiata in giro: ci sono già occasioni di reddito, eccome. Reddito, ancora occasionale, che si può intercettare in alcune proposte commerciali. Reddito che si può estrarre da un acquisto sapiente. Reddito dal “fai da te”.
Occhio ragazzi: occorre spulciare, indagare, farsi pure ficcanaso. Le televisioni commerciali retribuiscono l’uso della mia attenzione, mi intrattengono: non pago il canone, ottengo vantaggi economici. Le free press stessa cosa. La mia quotidiana attenzione venduta vale il costo del quotidiano: incasso pressappoco 365 euro l’anno e sono pure informato. Ikea retribuisce, con il prezzo più basso, il lavoro necessario per montare il mobile acquistato: un bel guadagno. C'è il costo più vantaggioso di alcune merci che serve per fidelizzarmi. Acchiappo tutte le carte fedeltà, fidelizzo i fidelizzatori, acquisto solo quelle merci convenienti: ci guadagno.
Se con la mia famiglia ed altre famiglie facciamo un Gruppo d’Acquisto, questa massa critica farà il prezzo e la qualità del prodotto: un bel guadagno. Ancora il faidate.
Se invece di cibarmi ingrasso, spendo troppo e male; se invece di abbigliarmi vesto alla moda, che passa di moda, spendo troppo, spreco.
Risultato: bassa la redditività del mio reddito.
Se non ingrasso spendo meno, più salute: ci guadagno; se distillo la moda, scarto meno, spreco meno: ci guadagno. Miglioro così quella redditività, rifocillo il reddito, aumento la capacità di spesa.
Occorre che quelle occasionalità lascino l'occasione per farsi Sistema; quegli acquisti sapienti dovranno farsi Regola; il faidate tornare a farsi “economia domestica”.
Certo, lasciare la gestione della domanda al faidate è un azzardo. Quel fardanoi un guaio per voi. Per recuperare reddito verrebbe ridotta la domanda, quindi ancor più eccesso d'offerta; il valore svalutato, i profitti ridotti, i redditi pure, meno ricchezza per tutti: crisi nera. Chi sarà disposto a correre questo rischio? Dio ve ne scampi e liberi.
Il reddito da consumo è invece il male minore. Lo si può estrarre dagli extra profitti ottenuti dalla compressione di stipendi e salari, quelli maturati dal forzato smaltimento dell'eccesso produttivo; quelli insomma scovati dalla Banca Regolamenti Internazionali.
In cambio: garanzia di consumazione, smaltimento dell'offerta, continuità del ciclo produttivo; utili pochi, maledetti, certi, e profitti smilzi ma assicurati.
Di questi tempi, meglio di così si muore.
Ecco, l'ho detto tuttodunfiato: dati, fatti, opzioni, sta tutto qui.Se ho torto ditelo; se ho ragione pagatelo quel maledetto reddito: buon pro ci faccia, a tutti.
Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009
www.professionalconsumer.splinder.com
www.professioneconsumatore.org Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.