NAVIGA IL SITO

Colpi di crescita per uscire dalla crisi. Funziona?

La strategia dei G8, che poi sarà dei G20. Tutti d’accordo?

di Mauro Artibani 5 lug 2010 ore 11:11
C’è una casetta in Canada dove, mentre scrivo, si incontrano i capi del mondo: prima i G8, poi i G20. Stanno lì per dare per dare un colpo alla crisi a colpi di crescita.

Tutti d’accordo sui modi? Macchè.

Si confrontano due tesi.

C’è chi insiste nel sostenere una domanda artificiale, con politiche monetarie e sgravi fiscali che non trovano il supporto di quelli del credito, che non convincono i produttori ad investire ed i disoccupati a consumare.

L’altra tesi, “beh sì, abbiamo compromesso le finanze pubbliche per dare sostegno alla produzione, al consumo, al lavoro senza ottenere granché; occorre rientrare dal debito altrimenti sono guai: riduzione dagli stipendi, meno welfare, insomma meno spesa pubblica, voilà più spesa privata”: gulp.

Sempre più indebitati gli USA; in Europa invece, per rientrare dal debito, vogliono togliere gli stimoli; per farlo indeboliscono ancor più la capacità di spesa dei consumatori: un bel casino.
Sul più bello, tra squilli di tromba, arriva il capo dall’FMI. Dominique Strauss Kahn, senza peli sulla lingua, borbotta che: “Il costo di politiche poco coordinate potrebbe essere salato, pari a 30 milioni di posti di lavoro e 4.000 miliardi di dollari in termini di perdite di produzione economica in 5 anni”.

Sul più brutto arriva il Professional Consumer, lascia un foglietto con su scritto: “Esimi, solo chi consuma l’eccesso produttivo fa ri-produrre, per produrre occorre lavorare; si crea occupazione quindi reddito che fa consumare per non bruciare ricchezza nei prossimi cinque anni. Il cerchio così si chiude, si ricomincia a crescere: questa la regola dell’economia dei consumi.”

E insiste: “Quando però i redditi erogati per produrre merci risultano insufficienti a smaltire quanto prodotto e il credito non è più in grado di dare focillo a quei redditi, inizia la crisi. Per uscirne occorre dare a Cesare quel ch’è di Cesare. Sì, quel Cesare che occupa il centro del meccanismo produttivo; che fornisce l’input, magari ingrassando per smaltire l’offerta alimentare, magari acquistando abiti alla moda che passano di moda per dare soccorso alla crescita; con il contributo fiscale pagato all’acquisto poi, magari risanare le casse pubbliche e, perché no, tenere il debito sotto controllo.”

Retribuire cotanto ruolo, un obbligo per l’etica, un’opportunità per l’economia; la soluzione alla crescita senza intoppi! Una folata di vento spazza l’aria, spazza pure il foglietto. Nessuno se ne avvede, tutti intenti a scrivere la risoluzione di quel G20 che intende stabilizzare deficit e debito di economie che “restano fragili e vulnerabili.”

Amen.

Mauro Artibani
Per approfondire il tema trattato: PROFESSIONE CONSUMATORE
Paoletti D’Isidori Capponi Editori
Marzo 2009

www.professionalconsumer.splinder.com

www.professioneconsumatore.org Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
da

SoldiOnline.it

Piazza Affari chiude in rosso sui nuovi dazi USA

Piazza Affari chiude in rosso sui nuovi dazi USA

Male i titoli del settore bancario. Ancora vendite sulle società del lusso. In rosso anche Stellantis e STM. Iveco Group tra i pochi in positivo Continua

Guide Lavoro

Le diverse tipologie di contratti di lavoro: caratteristiche e utilizzi

Le diverse tipologie di contratti di lavoro: caratteristiche e utilizzi

Da quello a tempo indeterminato a quello accessorio, passando per quello a tempo determinato, per quello in somministrazione e per tutte le altre tipologie di contratto di lavoro Continua »