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Il downshifting e la sfida delle 100 cose. Avere meno e vivere meglio

Vivere con meno per vivere meglio. E risparmiare, anche

di Andrea Di Turi 19 mag 2011 ore 10:11
Ridurre le cose che si possiedono per vivere meglio: tanto semplice a dirsi quanto difficile a farsi. Soprattutto se confrontato alla mentalità imperante che ha ormai metabolizzato il consumo quasi fine a sé stesso (perché “fa girare l’economia”), l’acquisto d’impulso, il ricambio continuo di oggetti e vestiti semi-nuovi solo perché cambiano le mode.

C’è chi ha detto stop. È Dave Bruno, quarantenne californiano, sposato con tre figlie, che ha deciso di praticare il downshifting del possesso e del consumo. È diventato famoso col libro “La sfida delle 100 cose” (edito da Tecniche Nuove) e un blog dove ha lanciato la sua personale rivolta contro il consumismo. Condivisa poi da moltissime altre persone.

Come si gioca alla sfida delle 100 cose

Innanzitutto bisogna darsi delle regole. Bruno le elenca nella prima parte del suo libro:

  1. è una sfida personale, non deve coinvolgere altri, nemmeno la famiglia;
  2. bisogna stabilire quali sono le cose “personali”, perché la sfida vale su quelle; non valgono le cose che in casa vengono utilizzate da tutta la famiglia (televisore, divano del salotto ecc.);
  3. si può tenere una scatola di “ricordi” e non conteggiarla;
  4. si può tenere una biblioteca (anche se ha migliaia di libri, vale uno);
  5. alcune cose si possono contare per gruppi (la biancheria intima);
  6. si possono escludere gli attrezzi di uso domestico (metro, cacciavite ecc.);
  7. si può essere tolleranti sui regali che si ricevono durante il periodo della sfida;
  8. se si acquista una cosa nuova, si deve sostituire quella vecchia.

Darsi un orizzonte temporale. E fare la lista

Occorre stabilire se si vuole giocare alla sfida per un mese, sei mesi, un anno o più: e cioè stabilire per quanto tempo si vuol vivere con 100 cose. Bruno ha ideato la sfida nell’estate 2007, l’ha lanciata a novembre 2008 e chiusa un anno dopo.

Occorre fare una lista delle cose che si hanno, seguendo le regole di cui prima, e con cui si intende vivere, o sopravvivere. Si può cominciare da quello che si ha sul comodino (libri, portafogli, occhiali, braccialetti, anelli) o sulla scrivania (computer, cellulare, schedari, vaschette portaoggetti, biglietti da visita), per poi passare al grosso, cioè all’armadio (biancheria, T-shirt e camicie, gonne, pantaloni, giacche e cappotti, sciarpe, cappelli, maglie, maglioni, scarpe e ciabatte, calze). Se poi avete un hobby (modellismo, arrampicata, escursioni subacquee, sci, origami), fate una lista a parte solo per quello.

Aggiornamenti

Per tenere sotto controllo come sta andando la sfida, fate degli aggiornamenti periodici. All’inizio potrebbe essere anche ogni settimana, poi una volta ogni mese o trimestre. È buona cosa farla ai cambi di stagione. Indispensabile farla prima e dopo Natale. Dopo ogni aggiornamento, ponetevi piccoli obiettivi che intendete raggiungere all’aggiornamento successivo.

Se ci sono giornate in cui fate qualcosa di particolare (una visita a un amico lontano, un’escursione, riparare lo scooter in garage o tagliare l’erba), fate attenzione a quante cose vi servono: la volta successiva che vi ricapiterà, potrete fare una mini-sfida nella sfida provando a utilizzare almeno una cosa di meno. Vale anche per il vestiario: pensate a cosa vi serve per vivere una settimana. La settimana successiva cercate di utilizzare almeno una cosa di meno.

Importante: se siete convinti dell’utilità della vostra scelta, non fatevi influenzare dagli altri, in famiglia, in ufficio, a scuola, su Facebook. Possono essere ironici, compassionevoli, scettici, ma alla fine probabilmente vi chiederanno come si fa e come vi siete sentiti a farlo.

Morale

Arrivati alla fine del periodo che avete scelto per la vostra sfida delle 100 cose, fate un bilancio e non solo numerico. Se siete riusciti a vivere con 100 o comunque con meno cose di quelle che credevate fossero indispensabili, avrete avuto successo, e anche risparmiato dei soldi, probabilmente. E avrete sperimentato che possedere e consumare non dà la felicità. Ridurre, rifiutare, riorganizzare forse nemmeno dà la felicità, ma certo insegna che si può vivere altrettanto bene con meno. «Se tutti aderissero alla sfida delle 100 cose e si liberassero dal consumismo, credo fermamente che il risultato sarebbe molto positivo», dice Bruno. Difficile dargli torto.

Andrea Di Turi
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