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Alla ricerca del rendimento giusto per i nostri investimenti

Cos’è il tasso di rendimento effettivo a scadenza, e con cosa è bene confrontarlo per capire se stiamo investendo in modo corretto. Attenzione a chi promette troppo, dietro c’è sempre un rischio.

di Giuseppe Costanzo 3 giu 2014 ore 12:36
Quante volte siamo andati in banca o in posta per fare degli investimenti e ci siamo sentiti “offrire” dei rendimenti che ci sembravano troppo bassi? Come facciamo a capire se realmente il tasso è giusto rispetto al contesto di mercato e alla vita quotidiana.

COS’E’ IL TRES
Prima cosa importante è iniziare a parlare di rendimenti e non soffermarci solo sul semplice tasso di interesse, spesso indicato con il valore cedolare. Quello che ogni persona dovrebbe tenere in considerazione è invece è il tasso di rendimento effettivo a scadenza, detto anche TRES, che consente di eguagliare, in senso finanziario, il prezzo pagato per acquistare un titolo di debito con la somma dei valori attuali di tutti i flussi di cassa futuri, sia come interessi sia come capitale rimborsato a scadenza.

Per semplicità riportiamo un esempio. Si consideri un'obbligazione a 3 anni che corrisponde al suo possessore tre cedole annue pari a 3€ per ogni 100€ di valore nominale il cui prezzo attuale sia pari a 98€ per ogni 100€ di valore nominale.

Il TRES può essere calcolato risolvendo la seguente equazione:

equazione-tasso-rendimento-effettivo
 
ossia, TRES = 3,72%

Calcoliamo che non è necessario utilizzare questa formula complessa: oggi, infatti, quando prendiamo in considerazione un titolo molto spesso abbiamo già il rendimento calcolato in tempo reale.

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fondi-comuni-investimentoCOSA ATTENDERSI DA UN INVESTIMENTO?
Ma torniamo alla nostra domanda: cosa ci aspettiamo come rendimento di un’obbligazione? Chi oggi decide di sottoscrivere un titolo obbligazionario parte con l’idea non di cercare rendimenti che lo possano fare diventare ricco, ma dei flussi cedolari che possano permettergli di togliersi qualche piccolo piacere.

Di conseguenza un soggetto che investe in titoli obbligazionari quello che vuole fare non è altro che conservare il potere d’acquisto al variare del tasso di inflazione, e poco di più. Quindi, per investimenti che si attestano intorno a 3 massimo 5 anni il rendimento dei flussi cedolari deve attestarsi appena sopra il tasso di inflazione.

Pertanto, considerato come parametro di riferimento il tasso di inflazione, andiamo a prendere in esame i rendimenti dei titoli di stato italiani e delle obbligazioni bancarie della durata di tre anni. Ecco quanto possiamo osservare:

obbligazioni-stato-e-banche

Necessariamente sia per un problema di tassazione che per un eventuale maggiore appeal commerciale i titoli bancari devo stare un gradino sopra i titoli di stato. Di conseguenza - visto che un maggior rendimento è comunque sempre legato ad un maggior rischio - chi in questo momento si imbatte in obbligazioni con rendimenti più alti deve obbligatoriamente fare attenzione a: rischio emittente (legato alla solvibilità di chi emette il titolo), rischio legato alla durata e alla tipologia dell’obbligazione (subordinata, ordinata, convertibile) ed eventualmente anche al rischio paese, se l’obbligazione viene emessa in uno Stato diverso dal nostro.

Quindi facciamo molta attenzione quando in periodi di vacche magre, ci si prospettano rendimenti elevati.

Giuseppe Costanzo
www.costanzogiuseppe.it
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