Cosa è e come funziona la pace fiscale
La cosiddetta pace fiscale consiste in una serie di misure per mettersi in regola col fisco senza pagare sanzioni o interessi. Ecco come funziona e cosa sono stralcio e rottamazione
di Carlo Sala 20 dic 2019 ore 10:31La cosiddetta pace fiscale consiste in una serie di misure per mettersi in regola col fisco senza pagare sanzioni o interessi. Riguarda pagamenti dovuti ma non effettuati e la cui riscossione è stata affidata tra l' 1 gennaio 2000 e il 31 dicembre 2017 a Equitalia o all’Agenzia delle Entrate (subentrata ad Equitalia).
Come funziona la pace fiscale
La pace fiscale si articola in quattro provvedimenti:
- saldo e stralcio delle cartelle;
- rottamazione delle cartelle;
- definizione agevolata delle liti tributarie pendenti;
- stralcio totale delle cartelle fino a 1.000 euro.
La pace fiscale vale per qualsiasi cittadino abbia pendenze con il fisco a cui non ha fatto fronte e di cui il fisco ha sollecitato la riscossione.
Lo stralcio delle cartelle
Consiste di fatto in uno sconto sulle somme che si sarebbero dovute pagare al fisco. Consentito solo a contribuenti che siano persone fisiche con reddito Isee fino a 20mila euro l’anno o a contribuenti nei cui confronti sia stata aperta procedura di liquidazione, poteva essere chiesto fino al 30 aprile scorso. Rappresentava un’alternativa alla rottamazione delle cartelle.
La rottamazione delle cartelle
Consente di rateizzare fino a 5 anni quanto dovuto al disco, senza sanzioni e interessi di mora. Estesa anche a chi abbia saltato rate di rottamazioni precedenti a cui avesse aderito, è consentita anche a chi può chiedere lo stralcio delle cartelle. Anche per la rottamazione, la scadenza per presentare richiesta nel 2019 scadeva il 30 aprile; per il 2020 dovrebbe però arrivare la rottamazione quater.
La definizione agevolata delle liti tributarie
Consente di chiudere liti pendenti nei confronti dell’Agenzia delle Entrate, qualunque sia il grado di giudizio in cui si trovano queste liti. Il contribuente che chiude la lite aderendo alla definizione agevolata beneficia di una riduzione fino al 95% dell’importo contestato, in base a valore e stato della controversia.
Nel dettaglio, come spiega l’Agenzia delle Entrate, i contribuenti che aderiscono alla procedura agevolata possono definire le liti pendenti pagando il:
- 100% del valore della controversia in caso di soccombenza del contribuente o di ricorso notificato al 24 ottobre 2018, ma non ancora depositato o trasmesso alla Commissione tributaria provinciale (Ctp);
- 90% del valore della controversia in caso di ricorso pendente in primo grado e depositato o trasmesso alla Ctp alla data del 24 ottobre 2018;
- 40% del valore della controversia in caso di soccombenza dell’Agenzia in primo grado;
- 15% del valore della controversia in caso di soccombenza dell’Agenzia in secondo grado;
- 5% per le controversie tributarie pendenti in Corte di cassazione al 19 dicembre 2018 per le quali l’Agenzia delle Entrate risulti soccombente in tutti i precedenti gradi di giudizio.
Lo stralcio totale delle mini-cartelle
E’ un condono delle cartelle fino a 1.000 euro relative a tributi locali (come Imu, Tasi e Tari) o a multe per violazioni del codice della strada. Le relative cartelle sono infatti state annullate, perché la loro riscossione sarebbe costata allo Stato più di quanto avrebbe incassato. Quindi non si deve pagare nulla.
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