Aliquota 26%, cos’è l’affrancamento titoli
Arriva la nuova aliquota sulle rendite finanziarie. Per pagare meno è possibile chiedere l’affrancamento dei titoli. E’ applicabile ad azioni, obbligazioni e derivati.
di Redazione ABCRisparmio 30 giu 2014 ore 11:59Da domani, 1° luglio 2014, la tassazione sulle rendite finanziarie passerà dal 20 al 26% su tutti gli strumenti finanziari. Come riportato dal decreto legge n.66 del 24 aprile ’14: “la misura in oggetto si applica agli interessi, ai premi e a ogni altro provento derivante anche da conti correnti e depositi bancari e postali, anche se rappresentati da certificati, nonché da obbligazioni e/o titoli similari e cambiali finanziarie maturati a decorrere dalla suddetta data (1 luglio 2014).” Unici strumenti finanziari esclusi, i titoli di Stato, la chi tassazione rimane al 12,5% e i prodotti assicurativi di tipo previdenziale dove la tassazione rimane immutata.
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Un’opzione importante per ridurre quanto pagare è il così detto affrancamento, applicabile ai capital gain, e cioè ai guadagni derivanti da una variazione positiva del prezzo di azioni, obbligazioni e derivati.
Come osserva Olivia Zonca di BNP Paribas Securities Services:
La gestione del cambiamento di aliquota è questione estremamente complessa e i back office delle banche stanno lavorando a pieno ritmo per rispettare il “change over” del 1° luglio. Oltre ad adeguare le procedure, occorre informare la clientela circa la possibilità di “affrancare” i capital gain maturati sugli strumenti finanziari detenuti su un certo conto titoli alla data del 30 giugno. In questo caso il contribuente può scegliere di assicurarsi la tassazione al 20% pagando, senza vendere i titoli, un’imposta sostitutiva sulla plusvalenza "latente" ai valori di borsa del 30 giugno, con l’effetto che solo i proventi realizzati dopo tale data saranno tassati al 26%.
COS’E’ L’AFFRANCAMENTO DEI TITOLIL’affrancamento, quindi, permette di pagare la tassa sui capital gain di azioni, obbligazioni e derivati con l’aliquota del 20% come se questi titoli venissero venduti il 30 giugno 2014. L’affrancamento è quindi una sorta di cessione fittizia dei titoli che permette di applicare ai guadagni in conto capitale – e cioè quelli derivanti da una variazione positiva del prezzo dei titoli in portafoglio – l’aliquota del 20%. Dal 1° luglio, il prezzo di carico su cui verranno calcolati i guadagni in conto capitale su cui sarà applicata l’aliquota del 26% sarà quello di affrancamento. Secondo gli esperti l’affrancamento è consigliabile solo sui titoli in guadagno, soprattutto se si pensa che le quotazioni di quegli stessi titoli possano crescere ancora nel prossimo futuro.
Come riporta Businessonline.it, ci sarà tempo fino al 30 settembre di quest’anno per chiedere l’affrancamento:
Chi decide per l’affrancamento deve però inviare richiesta entro il 30 settembre 2014 e non dovrà eseguire alcun movimento tra il 30 giugno e la data di richiesta.
Per avere maggiori certezze sulle specifiche procedure da seguire per chiedere l’affrancamento dei titoli è sempre meglio chiedere alla propria banca. Infatti, come ancora osserva Olivia Zonca di BNP Paribas:Occorre che ogni situazione sia attentamente vagliata caso per caso con l’aiuto del proprio intermediario, perché le variabili da considerare sono tante. Si tenga ad esempio conto della presenza di eventuali minusvalenze non ancora utilizzate sul proprio dossier titoli, che possono quindi essere “spese” per ridurre il valore della plusvalenza latente da tassare al 20%, eventualmente richiedendo questa informazione alla propria banca. Il cliente deve però anche considerare che per essere effettiva, la procedura di affrancamento prevede la messa a disposizione dell’intermediario della provvista per versare le imposte sulle plusvalenze latenti.
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