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Gli hedge fund: opportunità o pericolo?

Gli unici fondi ad aver garantito il capitale ai propri clienti. Moralità delle vendite allo scoperto a parte, ecco le caratteristiche dei fondi speculativi.

di Giacomo Saver 24 ott 2011 ore 10:38
Gli hedge fund, espressione anglosassone tradotta in italiano con “fondi speculativi”, sono, nel bene e nel male, importanti attori nel palcoscenico della finanza mondiale. Si tratta di patrimoni enormi gestiti con tecniche precluse ai fondi comuni tradizionali.

I fondi “hedge” nacquero in America agli inizi degli anni '50 del secolo scorso. Alfred Winslow Jones fondò il primo di una lunga serie di strumenti analoghi nel 1949. Prima di addentrarci nel merito delle caratteristiche dei fondi speculativi, è opportuno chiarire perché sia necessario ricorrere a questi strumenti.

I fondi comuni tradizionali - Tutti i fondi di investimento che un comune risparmiatore può sottoscrivere sono di tipo 'long only', nel senso che possono solamente detenere in portafoglio titoli o liquidità. E' vietata la vendita allo scoperto di strumenti finanziari. La conseguenza di ciò, insieme alla gestione discrezionale da parte del comitato investimenti che presiede le scelte strategiche del fondo, fa sì che l'andamento dello stesso risenta in gran parte dell'andamento dei mercati finanziari in cui esso investe. Anche se se ne parla sovente di fatto non esistono fondi a ritorno assoluto, dal momento che nessun gestore potrà mai investire al ribasso su un determinato indice.

Il mondo hedge - Gli hedge funds possono fare virtualmente qualunque tipo di investimento. Per questo motivo, al fine di eludere in modo legale alla vigilanza che sta dietro i fondi tradizionali, essi si rivolgono ad un numero molto limitato di investitori (sovente sotto le cento persone) con grosse disponibilità finanziarie.
E' impossibile individuare delle caratteristiche uniformi a tutti i fondi speculativi presenti sul mercato. Alcuni di essi hanno davvero esagerato, correndo rischi incontenibili che ne hanno causato il collasso. Il Long Term Capital Management, che ha chiuso i battenti nel 1998 è solo uno dei tanti esempi che il mercato ha offerto nel corso degli anni. Ciò non significa che l'universo hedge sia completamente da rottamare. Alcuni fondi, al contrario della loro nomea, si sono rivelati davvero prodotti prudenti che hanno saputo arricchire le persone che hanno dato loro fiducia.

Certo, la possibilità di agire al di fuori di ogni limitazione, insieme con la possibilità di indebitarsi e di utilizzare la 'leva' fa sì che i rischi connessi ad una mala gestio siano importanti.

Volendo individuare due caratteristiche comuni alla gran parte degli hedge fund possiamo dire che:
•    godono della più grande autonomia gestionale. Alcuni di essi utilizzano degli algoritmi basati su sistemi computerizzati che permettono di individuare, sulla base di algoritmi statistici più o meno sofisticati, il momento di ingresso e di uscita da un determinato strumento finanziario. Ad esempio esistono dei fondi che operano solamente secondo un approccio trend following, volto cioè a cogliere i grandi movimenti di mercato di una qualunque attività finanziaria. Ad esempio essi operano indistintamente sulle merci, sugli indici azionari, sulle valute e così via
•    possono operare allo scoperto. Ad esempio un hedge fund può simultaneamente puntare sul rialzo dell'orzo e sul ribasso della borsa americana e trarre un guadagno da entrambe le posizioni.

Ora non è questa la sede per discutere della 'moralità' relativa alle vendite allo scoperto. Di sicuro la cornice normativa all'interno della quale i gestori hedge operano andrà riscritta e probabilmente sarà opportuno imporre loro delle limitazioni all'uso ed abuso dei derivati e della leva finanziaria. Va però anche detto che gli hedge sono stati gli unici fondi ad aver garantito il capitale ai propri partecipanti, grazie ad una gestione dinamica delle posizioni.

I fondi tradizionali, a gestione attiva, adottano una politica del buy and hold che però si è mostrata incapace di preservare il patrimonio in gestione e offrire rendimenti adeguati. Così, mentre i piccoli risparmiatori perdevano molti soldi nei rovesci di borsa, gli hedge fund stavano quanto meno alla finestra, perché grazie alla grande flessibilità operativa avevano disinvestito precocemente le posizioni attive. Se da un lato il comune risparmiatore non ha accesso al mondo hedge a causa del capitale limitato e dalla complessità derivante dalla scelta del fondo “giusto”, dall'altro una semplice strategia trend following mutuata dal mondo hedge ha permesso di evitare grandi perdite e di beneficiare delle fasi 'centrali' di rialzo dei mercati azionari.

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Giacomo Saver
http://www.segretibancari.com
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