Le polizze assicurative per giornalisti: le tutele contro gli incerti del mestiere

Quella giornalistica è indubbiamente una professione che comporta un notevole carico di imprevisti, talvolta agganciati a risvolti giudiziari decisamente onerosi, sia sotto il profilo patrimoniale che quello psicologico (oltre che sul versante delle eventuali conseguenze di carattere penale). Ecco perché, a neutralizzare il contraccolpo di quelli che vengono eloquentemente definiti rischi del mestiere, si è attivata l'industria assicurativa, confezionando coperture ad hoc ed assicurazioni per i giornalisti.

Quasi tutte le maggiori compagnie, ad esempio, offrono una specifica polizza, definita 'assicurazione di tutela giudiziaria', cucita su misura dell'attività giornalistica. Il cappello protettivo di tali contratti finalizza, in sintesi, la sua efficacia al sostegno in sede legale del giornalista, coprendo l'intera gamma di spese di giudizio e di quelle peritali, collegate a procedimenti penali che siano originati dall'esercizio del lavoro giornalistico, comprendendo anche la cause innescate da querele di parte.

Esaminiamo allora, voce per voce, il ventaglio di fattispecie generalmente garantite dalle compagnie: azione civile per l'ottenimento di indennizzi a causa di danni subiti, patrocinio in sede penale per reati di natura colposa e analoga assistenza difensiva per i reati volontari in caso di derubricazione o assoluzione, patrocinio civile contro le pretese dei terzi che completa l'azione di una normale polizza di responsabilità civile. Ne consegue che l'assicurato potrà quindi 'coprire' gli oneri finanziari relativi ai costi di un legale di suo gradimento, ai costi dei periti, alle spese di giustizia derivanti da una causa penale, alle spese legali a carico della controparte se quest'ultima vince il giudizio, a tutte le spese dovute per la registrazione di atti giudiziari fino ad un tetto concordato.

L''assicurazione di tutela giudiziaria' comporta una gamma di premi il cui ammontare, data l'abbondanza dell'offerta, è in genere considerato accessibile, e oscilla in una forbice tra i 100 e i 200 euro (il premio in genere è più contenuto per i giornalisti che hanno un contratto a tempo indeterminato e più impegnativo per i giornalisti che operano in regime free lance, vale a dire gli indipendenti). Occorre del resto aggiungere che alcune associazioni di stampa locali hanno sottoscritto con talune compagnie delle particolari convenzioni che prevedono trattamenti assicurativi decisamente di favore, sia sul piano delle garanzie offerte sia su quello dei costi: al giornalista dunque conviene destreggiarsi adeguatamente nella gamma delle soluzioni a disposizione nella propria realtà regionale, soluzioni che in alcuni casi sono accessibili a prezzi davvero contenuti: in questi casi le garanzie si limitano al rischio di tutte le spese di assistenza extragiudiziale, giudiziale e peritale, occorrenti alla tutela in sede penale per fatti commessi durante l'attività giornalistica.

Un altro delicato versante assicurativo, che del resto accomuna la professione giornalistica a tutte le altre, è la tutela della salute: un compito importante che, limitatamente alle 'polizze rimborso per spese mediche e infortuni', viene assolto con scrupolo dalle associazioni giornalistiche regionali, sempre attente a sondare il mercato alla ricerca delle condizioni più favorevoli per i propri iscritti. Per quanto riguarda la polizza per le spese mediche, le condizioni che di solito si cerca di soddisfare sono le seguenti: convenzionamento diretto con ospedali, cliniche e centri diagnostici che garantisca al giornalista assicurato di non dover sborsare anticipi (onere che viene assolto dall'Assicurazione), convenzione diretta con laboratori di analisi/accertamento ad alta specializzazione. Per quel che concerne, poi, la polizza per gli infortuni, c'è da aggiungere che la copertura si estende alle 24 ore quotidiane: e, dati i tempi, essa investe ormai anche i rischi collegati al terrorismo.