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Energia rinnovabile in Italia ed Europa

In calo in tutta Europa il consumo di petrolio, in lieve aumento il gas, le energie rinnovabili – quelle che si ricavano dall’acqua, dal vento e dal sole, sono praticamente raddoppiate in un decennio.

di Carlo Sala 28 mag 2012 ore 08:58
Secondo i dati di Eurostat, l’Istat europeo, dal 1999 al 2009 le energie rinnovabili sono passate a coprire dal 5% al 9% del fabbisogno energetico totale. Maggior utilizzatore di energia pulita è la Norvegia, paese che peraltro ha bacini petroliferi di una certa rilevanza (ma in nome dell’ecologia, contrasta anche l’utilizzo delle vetture a benzina con la tariffa per litro più alta di tutta Europa): quasi la metà del suo fabbisogno energetico è infatti coperto grazie a fonti rinnovabili. Peraltro il primato norvegese era più solido proprio all’inizio del periodo considerato: rispetto al 1999, l’impiego di energia pulita è infatti calato di un paio di punti.

In posizione di centro classifica l’Italia, i maggiori progressi in termini di impiego di energia pulita tra la fine del secolo scorso e il primo decennio del nuovo millennio li ha fatti la Danimarca. In classifica assoluta si trova soltanto all’ottavo posto, piuttosto lontana dalla pur vicina (geograficamente) Norvegia, ma la sua rimonta è stata imponente: in un decennio ha praticamente raddoppiato l’estrazione di energia da vento (abbondante da quelle parti), sole (un po’ scarso, invece) e acqua. Vuoi per questo, vuoi per aver ospitato quel vertice di Copenhagen sull’ambiente che è stato il prosieguo di quello di Kyoto, il Paese di Amleto nel 2012 ha addirittura deciso di arrivare al 100% di utilizzo di energie rinnovabili nel 2050. “La Danimarca fa la Storia in materia di politiche energetiche” è stato il pomposo comunicato stampa del ministero dell’Energia e del Clima rispetto a una via intrapresa quasi all’unanimità (171 voti su 179 in Parlamento) ma che condurrà alla meta solo nel 2050. Già per il 2020, tuttavia, i danesi puntano a conseguire l’obiettivo del 35% di fabbisogno energetico coperto da fonti rinnovabili, invero grazie anche a una riduzione complessiva (-12% rispetto al 2006) del consumo di energia.

Sempre da qui al 2020 il Paese scandinavo conta di raddoppiare l’apporto dell’energia eolica, portando l’energia elettrica prodotta dal vento dal 25% odierno al 50% del totale, grazie a 2 grandi parchi off-shore da 600 e 400 MW (Kriegers Flak e Horns Rev), e ad altri 500 MW di turbine in mare e 1.800 MW su terra. Lo sforzo non sarà esattamente a buon mercato per il contribuente: il governo prevede per il 2020 un rincaro di 173 euro a famiglia della bolletta e un aumento di 27 euro a impiegato per le imprese. D’altro lato le previsioni indicano un rincaro nello stesso periodo delle energie fossili come il petrolio – non fosse altro perché si tratta di energie non rinnovabili e quindi vanno via via diminuendo fino a esaurimento nel tempo – tali da far immaginare un risparmio di 242 milioni di euro, per il 2020, per l’intera popolazione vichinga.

All’altro capo dell’Europa, la Grecia punta a valorizzare l’altra cosa – oltre ai debiti – di cui abbonda: il sole. Baciata come poche altre dalla luce – 1800 kilowatt/ora per metro quadro la Grecia oggi ne converte in energia soltanto il 2% - con l’obiettivo di arrivare per il 2020 a produrre 2,2 Gigawatt, mentre la Germania riesce ad arrivare al 16%. Proprio la Germania potrebbe essere il partner principale in quel potenziamento del settore fotovoltaico cui Atene è costretta vuoi per le crescenti difficoltà a importare petrolio vuoi per le difficoltà degli stessi greci a fare da sé dopo il taglio, a marzo, degli incentivi per i pannelli solari.

Energia rinnovabile (acqua, vento, sole), contributo percentuale sul fabbisogno totale


1999 2009
Europa a 27
5,3 9
Norvegia 44,4 42,4
Lettonia
31,8 36,2
Svezia 26,6 34,4
Austria 22,8 27,3
Finlandia 21,8 23,2
Portogallo 13,4 19
Svizzera 17,6 16,9
Danimarca 8,1 16,7
Romania 12 14,5
Estonia 10,4 13,5
Slovenia 8,6 12,7
Macedonia 11,5 11,3
Croazia 11,3 10,9
Lituania 7,9 10,5
Turchia 15 9,9
Italia 5,7 9,5
Spagna 5,1 9,3
Germania 2,4 8,5
Francia 6,5 7,5
Ungheria 3,3 7,3
Slovacchia 2,6 7,2
Polonia 4,0 6,6
Bulgaria 3,6 6,2
Grecia 5,3 6,1
Repubblica Ceca
3,6 5,7
Irlanda 1,6 4,3
Olanda 1,5 3,9
Belgio 1,0 3,8
Cipro 2,0 3,5
Regno Unito
0,9 3,0
Lussemburgo 1,0 2,8
Malta --- ---

Carlo Sala

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