Come e dove investire il Tfr?
Per poter rispondere devo fare una piccola premessa sul complesso argomento della previdenza complementare...
di Federico Nicastro 26 lug 2011 ore 15:30Buonasera.
Lavoro come dipendente a tempo ind. in un’azienda da 22 anni e mi approccio a cambiarla. Il TFR che mi devono liquidare ammonta a circa € 50.000 e sinceramente non so dove e come investire questi soldi. Ho circa 26 anni contributivi e 45 di età e credo (spero) debbo lavorare ancora circa 15 anni. Come e dove posso investire in sicurezza il mio TFR liquidato? E poi dove posso mettere il TFR della nuova azienda metalmeccanica (circa 50 dipendenti)? Fondo chiuso, in azienda oppure…
Grazie 1000 per la risposta
Risposta
Buongiorno.
Per poter rispondere devo fare una piccola premessa sul complesso argomento della previdenza complementare, che consente al cittadino la possibilità di avere, al momento della cessazione dal servizio, una pensione aggiuntiva oltre a quella cui si ha diritto e che viene liquidata dagli Istituti di previdenza, formata negli anni attraverso l’adesione a fondi pensione definiti appunto “complementari”.
Il lavoratore dipendente, e quindi anche lei, trae fonte di finanziamento per la previdenza complementare dal TFR (trattamento di fine rapporto), oppure contribuendo direttamente al fondo, oppure ancora attraverso il contributo del datore di lavoro.
I fondi complementari possono essere fondi “chiusi o negoziali”, fondi “aperti” o contratti di assicurazione sulla vita stipulati ai fini pensionistici (PIP). I primi sono quelli istituiti per singola azienda, per gruppi di aziende (fondi aziendali), per categorie di lavoratori appartenenti allo stesso comparto (fondi di categoria), o anche riferiti al territorio (fondi territoriali). Essi gestiscono i versamenti effettuati dagli aderenti indirettamente attraverso società di gestione risparmio, compagnie di assicurazione, banche, ecc. Queste ultime però possono istituire e gestire i risparmi anche direttamente; in questo caso i Fondi sono definiti aperti. Gli ultimi, i contratti di assicurazione sulla vita con finalità pensionistica (PIP), invece, possono essere stipulati dai cittadini direttamente con le imprese di assicurazione.
Riguardo alla sicurezza degli investimenti, i contributi versati nei fondi devono obbligatoriamente essere investiti secondo criteri di prudenza che devono tutelare gli interessi degli iscritti. La Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (Covip) vigila sull’osservanza e il rispetto di queste regole; infatti tutte le forme pensionistiche complementari devono obbligatoriamente essere iscritte all’Albo dei Fondi istituito presso la Covip, e devono avere determinati requisiti.
Nel caso che la riguarda, potrebbe decidere di trasferire l’intero TFR nell’azienda in cui lavorerà in futuro, oppure, farsi liquidare l’intero TFR dall’ormai quasi ex datore di lavoro. In questo secondo caso, che lei sembra preferire, una buona soluzione, a mio modesto parere, potrebbe essere quella di sottoscrivere un contratto di assicurazione sulla vita ai fini previdenziali (PIP) con qualsiasi impresa di assicurazione. Stia attento solo che:
-- 1) il capitale che lei versa, qualsiasi sia la modalità, sia “garantito” alla scadenza, ossia deve essere come minimo interamente restituito oltre alla rivalutazione monetaria;
-- 2) siano chiare le modalità di ritiro del capitale investito. Anticipazioni sulla propria posizione si possono ottenere solo dopo almeno 8 anni di partecipazione al Fondo e vengono concesse solo per casi ben definiti da contratto, come l’acquisto della prima casa, ristrutturazioni, terapie ed interventi straordinari riconosciuti da strutture pubbliche.
Riguardo invece alla sua futura occupazione, tenga presente che se l’azienda in cui lavorerà, appartenente al settore metalmeccanico, è composta da meno di 50 dipendenti, il suo TFR futuro sarà accantonato presso di essa; se invece ha almeno 50 dipendenti il TFR futuro sarà trasferito al Fondo della Tesoreria dello Stato per l’erogazione del TFR istituito presso l’Inps, dove sarà amministrato con le identiche modalità di gestione del datore di lavoro.
Spero di esserle stato di aiuto. In ogni caso, se ce ne fosse bisogno, sono sempre a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Federico Nicastro
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