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Finanziamento pubblico ai giornali, si potrebbero risparmiare 67 milioni

Soppressi i costosi benefit riconosciuti a tutti fino al 2010, solo il 10% delle testate oggi gode di finanziamenti. Basta il collegamento con 2 parlamentari e la forma di una coop

di Carlo Sala 12 giu 2013 ore 14:27
Il finanziamento pubblico ai giornali arriva con una legge del 1981 che tuttavia ammette al beneficio soltanto le testate che siano riconosciute come organi ufficiali di partito. In sostanza, sostenendo direttamente alcuni giornali si sostengono indirettamente i partiti, perché possano svolgere la propria attività di diffusione delle idee e di propaganda anche attraverso la carta stampata. Il tutto nel nome del pluralismo senza il quale non c’è democrazia. Ci si fosse fermati lì, secondo il programma tv Report, al 2010 il costo del finanziamento sarebbe stato di 28 milioni di euro l’anno. Invece nel 1987 l’accesso ai finanziamenti pubblici viene esteso dalla legge anche alle testate che siano riconosciute da 2 parlamentari come organo di un loro movimento politico: non serve che i 2 onorevoli siano dello stesso partito o di partiti alleati, possono benissimo fare una joint-venture bipartisan e dire che quel giornale è il loro organo (per la causa X o Y e fatta salva ogni altra diversità politico-partitica tra i due); nel 2001 una nuova norma sancisce che le testare che vogliono accedere al finanziamento pubblico come organo di un paio di onorevoli assumano la forma della cooperativa, ma consente anche una scappatoia: la società che pubblica il giornale può anche non essere cooperativa ma essere semplicemente controllata da un’altra società che, questa sì, abbia la veste giuridica di una cooperativa.

L’ultimo finanziamento pubblico è di 180 milioni e risale al 2011
, o meglio alla fine del 2010 quando in sede di discussione della legge finanziaria per l’anno successivo i 60 milioni originariamente previsti vengono portati a 100 e di fatto a 180 in virtù di 80 milioni già precedentemente stanziati. Già a marzo 2010 erano però aboliti una serie di benefit, come bollette telefoniche e spedizioni postali a tariffe agevolate, in virtù delle quali le testate giornalistiche – comprese quelle radio tv – avevano ricevuto agevolazioni pari alle seguenti cifre:

  • Gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport): 23 milioni e mezzo di euro
  • Sole24Ore: 19.222.787 euro
  • Espresso-La Repubblica: 16.186.244 euro
  • Libero Quotidiano 7.794.367,53 (il finanziamento concesso a Libero è poi stato contestato in sede giudiziaria e sospeso per gli anni a venire)
  • L'Unità 6.377.209,80
  • Avvenire 6.174.758,70
  • Italia Oggi 5.263.728,72
  • Manifesto 4.352.698,75
  • Radio Radicale 4.153.452,00
  • La Padania  4.028.363,82
  • Liberazione – Giornale Comunista 3.947.796,54
  • Il Foglio 3.745.345,44
  • Cronaca Qui.it (Già Cronaca Più) 3.732.669,02
  • Europa 3.599.203,77
  • Nessuno Tv 3.594.846,30
  • Ecoradio 3.354.296,64
  • Conquiste Del Lavoro 3.346.922,70
  • Il Secolo D'Italia 2.959.948,01
  • Corriere Canadese 1 2.834.315,47
  • Cavalli e Corse 2.530.638,81
  • La Discussione 2.530.638,81
  • Il Riformista 2.530.638,81 (la testata oggi ha chiuso)
  • Roma 2.530.638,81
  • La Provincia Quotidiano 2.530.638,81
  • Corriere di Forli 2.530.638,81
  • Il Corriere Mercantile 2.530.638,81
  • L'Avanti! 12.530.638,81
  • La Voce Di Romagna 2.530.638,81
  • Il Cittadino 2.530.638,81
  • Linea 2.530.638,81
  • Oggi Gruppo Ed.le America Oggi 2.530.638,81
  • Rinascita 2.530.638,81
  • Il Globo 2.530.638,81
  • Giornale Nuovo Della Toscana 2.530.638,81 (la testata oggi ha chiuso)
  • Notizie Verdi 2.510.957,71
  • Italia Democratica 1.476.783,76
  • Liberal 1.200.342,31
  • Il Campanile Nuovo  1.150.919,75
  • La Rinascita Della sinistra 934.621,50
  • Stiftung Sudtiroler Volkspartei Zukunft In Sudtirol 650.081,04
  • Socialista Lab 472.036,97
  • Le Peuple Valdotain 301.325,06
  • Democrazia Cristiana 298.136,46
  • Il Denaro 2.459.799,42
  • Metropoli day2.024.511,05
  • L'Opinione Delle libertà 1.976.359,70
  • La Voce Repubblicana 624.111,76
  • Milano Metropoli 288.532,89
  • Aprile 206.317,47
  • Il Duemila (IL) 178.007,45
  • Cristiano Sociali News 57.717,93
Con la crisi molte testate hanno fatto ricorso ai contratti di solidarietà, riducendo temporaneamente (per massimo 2 anni) le retribuzioni dell’organico redazionale per reagire alla riduzione sia delle copie vendute che delle inserzioni pubblicitarie. Ma per il 2012, secondo quanto riferito dall’apposito Dipartimento per l’Editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri a Palazzo Chigi risultavano essere stanziate risorse che “ammontano ad euro 174.624.850" (dei quali circa 150 milioni destinati al finanziamento alla stampa)".

Una volta soppressi i benefit in vigore fino al 2010, le testate che oggi godono di finanziamento pubblico sono circa il 10% del totale, per un finanziamento stimato quest’anno da L’Espresso intorno ai 67 milioni di euro. E in effetti la proposta di abolizione del finanziamento pubblico dei giornali che è partita dai grillino - e che è battaglia ora portata avanti anche da Matteo Renzi – prevede effettivamente risparmi sui 70 milioni per le casse pubbliche. Sul versante di centrodestra, un fautore dell’abolizione del finanziamento pubblico è Maurizio Belpietro, direttore di una testata – Libero – cui i finanziamenti pubblici non arrivano più già da qualche anno.

Carlo Sala
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