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Mutui e prestiti: online è meglio

di Marco Delugan 22 lug 2009 ore 08:41
Mercato del credito in difficoltà, ma non per chi opera online. I mutui e i prestiti erogati dai siti del gruppo Mutuionline crescono, infatti, anche nel 2008, e fanno decisamente meglio  dei totali nazionali. Tra le cause principali il maggiore utilizzo di internet, la possibilità di confrontare più offerte in modo semplice, e tassi di interesse decisamente più bassi. Ne abbiamo parlato con Roberto Anedda, vice presidente e direttore marketing del Gruppo MutuiOnline. L'occasione è stata la pubblicazione dei dati che il gruppo raccoglie sull'attività dei propri siti.

I dati del vostro Osservatorio possono essere rappresentativi della realtà italiana nel suo complesso?
«Dai nostri siti passa circa il 2,5% del totale dei mutui erogato, e l’1% dei prestiti. Ma il profilo socio demografico del nostro campione è del tutto sovrapponibile a quello registrato dall’Istat per l’intera realtà nazionale. Quindi, anche se non possiamo dire di avere una perfetta rappresentatività statistica, sicuramente dai nostri dati si possono estrapolare delle linee di tendenza interessanti, valide per interpretare il fenomeno del credito al dettaglio più in generale, soprattutto per quanto riguarda l’evoluzione della scomposizione dei dati tipologia e per finalità dei finanziamenti».

Il mercato del credito al dettaglio mostra segni di difficoltà. Come stanno andando i vostri siti?
«I mutui erogati attraverso MutuiOnLine sono in crescita anche nel 2008, nonostante la crisi, mentre a livello complessivo sono in calo (meno 14,4% le nuove erogazioni nel 2008 rispetto al 2007, dati Crif, n.d.a.) anche se è evidente che la crescita è stata più lenta, come diretta conseguenza del rallentamento del mercato immobiliare. I prestiti erogati attraverso PrestitiOnline risultano invece fortemente in crescita: più che raddoppiati nel 2008 rispetto al 2007, un tasso di crescita molto superiore a quello del mercato complessivo (+1,3%, dati Crif, n.d.a.)».

Quali sono i motivi di un divario così forte?
«Internet non è più uno strumento di nicchia, così caratterizzato in termini socioculturali come lo era una volta. E questo lo possiamo vedere dalla crescita delle richieste di cessione del quinto fatta dai pensionati. Poi usare il sito è semplice, permette di confrontare molte offerte. E ancora, forse la cosa più importante, i tassi delle migliori offerte online sono nettamente più bassi della media del mercato».

Dal vostro punto di osservazione, quali sono i segnali di crisi più importanti?
«La crescita degli erogati che rallenta è sicuramente il segnale più importante, ma è comune a tutte le rilevazioni fatte su mutui e prestiti. Un dato che può essere interessante, in questo senso, è la crescita delle richieste di prestiti di consolidamento e per avere liquidità. Il consolidamento dei debiti serve proprio a semplificare le situazioni debitorie, a sostituire diversi prestiti con uno solo, di solito di più lunga durata e con una rata più bassa. Anche la richiesta di liquidità ha spesso questo scopo, e cioè chiudere debiti in essere con la liquidità ottenuta. L'aumento di questo tipo di richieste segnala un aumento delle situazioni di difficoltà. Ma segnala anche una possibile maggior attenzione degli individui e delle famiglie alla loro situazione debitoria».

Per quanto riguarda il consolidamento dei debiti, mi sembra interessante anche il forte divario tra l’ammontare delle richiese e quanto poi viene effettivamente erogato.
«E’ l’altra faccia della medaglia. Se da un lato le famiglie cercano di razionalizzare la loro situazione debitoria, dall’altro la banche diventano anche loro più prudenti, ed erogano meno, soprattutto nei casi in cui il rischio creditizio sembra aumentare. Da un lato il comportamento delle banche e degli altri istituti erogatori è del tutto razionale, ma dall'altro introduce un ulteriore fattore di rischio. Le situazioni di difficoltà, infatti, diventano così sempre più gravi. E il danno non è solo per il debitore, ma per la banca stessa che rischia di non avere più in dietro il denaro, e per l'economia nel suo complesso. Si guardi il problema del credito alle imprese, ad esempio, dove questo meccanismo rischia di creare danni rilevanti».

Marco Delugan
marcodelugan@soldionline.it
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