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Il mutuo a tasso variabile

Parte in vantaggio. Ma attenzione al rischio tassi: toglie certezza sull’importo delle rate

di Paolo Buro 25 set 2009 ore 10:51
Articolo a cura di ProfessioneFinanza.com

Il mutuo è detto a tasso variabile quando la misura per il calcolo degli interessi si modifica nel tempo in relazione all’andamento del costo del denaro. La variazione seguirà quella registrata dall’indice cui il tasso stesso è stato agganciato, il più frequente dei quali è l’Euribor.

La revisione segue la periodicità delle rate; se il rimborso avviene con cadenza mensile, il tasso variabile avrà un riferimento temporale pari al mese e si aggiornerà con la stessa frequenza. Viene quindi meno la certezza circa l’entità delle rate e, al momento dell’accensione, non si conosce il costo complessivo che l’operazione potrà avere. 

Chi richiede il mutuo a tasso variabile si espone al rischio di incrementi della rata in relazione a rincari del costo del denaro. Per contro, la misura del tasso variabile è inferiore a quella del fisso e, a parità di scadenza e di importo erogato, la rata iniziale risulta, anche in misura significativa, inferiore a quella derivante dall’applicazione di un tasso fisso.

Il rischio di variazioni nella misura degli interessi nel tempo può comunque essere mitigato con la riduzione della durata del contratto. Di solito, il tasso variabile è associato a mutui con scadenze non molto prolungate. Nel momento in cui si accende un mutuo è noto solo il tasso applicato alla prima rata di ammortamento, in quanto viene stabilito nel contratto, mentre per le altre rate, il tasso di interesse oscilla secondo il parametro di riferimento stabilito contrattualmente.

Questo significa che nel giorno determinato dal contratto, viene rilevata il valore del parametro di riferimento cui si somma lo spread, ossia il guadagno della banca. Il risultato di tale somma determina il tasso d’intersesse applicato alla rata di ammortamento successiva. Le eventuali differenze, dovute alla predisposizione della rata, che avviene, per motivi operativi, prima della rilevazione contrattualmente stabilita, tra il tasso applicato e quello effettivo, sono compensate nella rata successiva.

Vantaggi:
  1. normalmente il tasso variabile è più basso del tasso fisso;
  2. in caso di diminuzione dei tassi la rata diminuisce in funzione del nuovo tasso applicato.

Svantaggi:
  1. il mutuatario conosce l'importo della rata solo sino alla prima revisione contrattuale. Quelle successive possono variare in funzione dell'andamento dei tassi;
  2. in caso di aumento dei tassi la rata subisce un aumento in funzione del nuovo tasso applicato.

Paolo Buro

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