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Le forme e gli strumenti assicurativi di protezione per la persona e di non autosufficienza

La necessità per le forme assicurative complementari all'area previdenziale sarà sempre in crescendo, considerando sia l'aumento dell'aspettativa di vita sempre più lunga, sia per le difficoltà che possono sorgere in età avanzata.

di Roberto Naponiello 16 set 2011 ore 10:11
Si parla spesso di prodotti e di forme assicurative, molti conoscono le polizze miste, le polizze di capitalizzazione, le polizze in caso di morte, meno diffusa é la conoscenza delle polizze idonee a fornire lprotezione in caso di specifici eventi, analizziamo in questo contesto quattro tipologie di prodotto:

1.    polizze long term care
2.    dread disease
3.    family income
4.    life settlement

Per polizze long term care si intende coperture che mirano a proteggere dal rischio di perdita dell’autosufficienza che può verificarsi con l'avanzare dell'età. In sintesi, significa che in caso di perdita di autosufficienza permanente da parte dell’assicurato nel compimento degli atti elementari della vita quotidiana, l’assicurazione prevede la liquidazione di una rendita vitalizia. Tale rendita è crescente in funzione dei rendimenti di una gestione finanziaria. La perdita di autosufficienza avviene quando l’assicurato non è più in grado di compiere gesti semplici e di routine come: lavarsi, vestirsi e svestirsi, muoversi, bere e mangiare. Ad ogni azione è attribuito un punteggio che sommato permette di calcolare il livello di non autosufficienza raggiunto dall’assicurato.

Prestazione:  è erogata nel caso in cui il punteggio complessivo raggiunge una certa soglia rispetto al punteggio massimo totale, e finché l’assicurato non autosufficiente è in vita. L’incapacità a compiere gli atti della vita quotidiana deve essere permanente, per cui se l’assicurato riacquista l’autosufficienza cessa l’erogazione della prestazione, pur rimanendo il contratto in vigore.

Esclusioni previste contrattualmente: Vediamone alcune. Il contratto generalmente prevede l’esclusione dall’assicurazione se la morte è causata da attività dolose, partecipazione a guerre, atti di terrorismo, operazioni militari, eventi causati da armi nucleari, guida di veicoli senza patente, attività sportiva non dichiarata o altre cause specificate nel contratto. In caso di perdita di autosufficienza per tali cause generalmente l’impresa di assicurazione restituisce i premi versati. L’assicurazione rimane in vigore finché l’assicurato è in vita. 

Altri elementi utili da sapere: verificatasi la perdita di autosufficienza permanente, occorre richiedere il riconoscimento e la liquidazione della prestazione allegando documentazione (ad es. certificato del medico curante e/o una relazione medica) che dichiari la perdita di autosufficienza e le relative cause. L’impresa di assicurazione generalmente si riserva un periodo di accertamento, al massimo di alcuni mesi, e la possibilità di rivedere a determinate condizioni (ad es. una volta ogni numero di anni) lo stato di autosufficienza. Tuttavia bisogna tener conto che questa tipologia di polizze ha costi generalmente elevati e criteri di liquidazione che potrebbero dare atto a facili contenziosi in quanto la vigente normativa in materia lascia ampio spazio ermeneutico.

Per Dread Disease é una polizza di copertura complementare, sovente abbinata ad una polizza vita, per garantire sostegno economico in caso di una grave malattia che richiede costosi interventi chirurgici.

Prestazione: se l’assicurato è colpito da una fra le patologie previste dal contratto, la compagnia paga un anticipo sulla somma assicurata per il caso di morte. Una volta ottenuto l'anticipo, la copertura Dread Disease si estingue (l’eventuale insorgenza di un’altra malattia grave non darà quindi diritto ad alcuna prestazione); mentre la copertura caso morte rimane attiva fino alla scadenza, diminuita del capitale anticipato. L’eventuale somma assicurata per il caso vita (nel caso di abbinamento ad una polizza mista) rimane inalterata. L’insorgenza della malattia grave, inoltre, esonera dal pagamento dei premi non ancora scaduti.  In questo caso, il capitale erogato dall’assicuratore non intacca la somma assicurata per il caso di morte. Si tratta di una prestazione che, va ad aggiungersi a quelle previste dalla copertura di base. Per il resto vale quanto detto a proposito della forma anticipativa.

Vi sono altre varianti a queste tipologie di contratti a complemento della copertura previdenziale, per esempio le Family Income, cioè una rendita immediata che viene erogata dalla compagnia alla famiglia dell'assicurato in caso di decesso, forma che può tornare utile quando nel nucleo familiare vi é ununico percettore di reddito.

E' da tener presente  che nonostante gli sforzi delle società d' assicurazione, particolarmente in Europa, le forme previste per questi strumenti sono sempre più spesso standardizzate, non lasciando spazio dunque ad alcuna contrattazione e/o deroga prevista dalle condizioni contrattuali.

La necessità per le forme assicurative complementari all'area previdenziale sarà sempre in crescendo, considerando sia l'aumento dell'aspettativa di vita sempre più lunga, sia per le difficoltà che possono sorgere in età avanzata. Occorrerà quindi che le società assicurative  prendano in considerazione nuovi parametri in termini sia tariffari, più convenienti per l'assicurato, che per quanto concerne le riserve tecniche che possano tenere le società al riparo da possibili default, quindi sarà necessario anche rivedere i parametri che competono strettamente i rating di queste società.

Il mercato U.S.A. che soffre di elevati livelli di saturazione del mercato assicurativo, problematiche legate al reddito e quindi alla reale possibilità da parte assicurato di poter sostenere il pagamento del premio anche in età avanzata ha visto negli ultimi anni il proliferare del Life Settlement. Si tratta di, un’attività finanziaria che consiste nel comprare le polizze vita di estranei (spesso malati terminali) e continuare a pagare il premio fino al decesso dell’assicurato per poi incassare la liquidazione. Inoltre, capita sovente che le polizze vengano inserite in portafogli di prodotti finanziari e comincino a circolare sul mercato. In Europa e in Italia sono vietate, anche se di recente alcune società hanno tentato "travestirle" da fondi Unit Linked (a vita intera). Riflettendo, questa tipologia di contratti favorisce gli intermediari in modo impressionante, generando un vero e proprio mercato dei moribondi, aspetto decisamente poco etico nella fattispecie. Infine la  Life Settlement specula sul patrimonio di una persona anziana, che viene esposta anche al rischio di frode.

Ma dove é finito lo spirito "mutualistico" originario che ha sempre sostenuto il concetto di assicurazione? Forse é rimasto sulla carta perdendo nel corso di pochi secoli la sua essenza ed utilità veramente sociale. Come dovranno organizzarsi le compagnie in un prossimo futuro? Generando qualità delle prestazioni piuttosto che un' oculata "codicillistica"  tout court che riesca quasi sempre a svilire il diritto che ogni assicurato deve far valere quando si verifica l' evento descritto in polizza, ricordandoci che polizza significa anche promessa, ma forse qualcuno l'ha dimenticato.

Intervento a cura di Roberto Naponiello, associato NAFOP
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