Gli scenari globali per i prossimi quarant'anni
Lo stato del pianeta da oggi al 2052. L’autore è Jorgen Randers, che nel 1972 aveva contribuito a rapporto “I limiti dello sviluppo”. E le sue previsioni non sono certo rosee
di Massimo De Muro 7 giu 2013 ore 11:19Il nuovo libro di Jorgen Randers, "2052: Scenari globali per i prossimi quarant'anni", la cui edizione italiana è stata presentata a Roma dall'autore insieme con il Wwf e il Club di Roma in occasione della Aurelio Peccei lecture 2013. A 40 anni dal volume I limiti dello sviluppo (primo rapporto del Club di Roma che nel 1972 ha messo in discussione la crescita continua).
Le previsioni che Jørgen Randers fece nel 1972, per la gran parte si sono avverate. Aveva previsto quali sarebbero stati i paesi che avrebbero iniziato a crescere e consumare, sia individualmente, come consumo dei cittadini, sia come capacita produttiva delle aziende e come Pil del paese. L'unica area di cui non aveva previsto lo sviluppo nelle dimensioni che ha prodotto, è quella brasiliana. Ma non poteva certo prevedere che la nazionalizzazione dell'energia elettrica e petrolifera, e l'istituzione del "reddito minimo di familia" producessero un cambiamento tale da far diventare il Brasile la quinta potenza economica mondiale.
Ora Jørgen Randers in questo libro, si lancia in previsioni che vanno da qui al 2052. Questa volta la sua previsione è più rassicurante, nonostante riconosca che le risorse siano limitate, la base dei consumi siano cresciute di molto, e le richieste di approvvigionamento dei nuovi paesi consumatori siano di giorno in giorno più preoccupanti, riconosce che le nuove generazioni hanno una coscienza di consumo differente da quella delle generazioni passate.
L'autore del rapporto originale, riprende quell’esperienza e, servendosi della collaborazione di dozzine di esperti, elabora una serie di previsioni su quello che sarà lo stato del pianeta da qui al 2052. L’efficienza nell’uso delle risorse migliorerà oltre le previsioni, e ci si concentrerà di più sulla prosperità piuttosto che sulla crescita a tutti i costi. La popolazione diminuirà per effetto dell’urbanizzazione, la produttività globale conoscerà un declino per causa dei disordini sociali, ed è quasi certo che il riscaldamento del clima impatterà pesantemente sulle nostre società.
Riusciremo ad adattarci? Randers è convinto di sì, e propone un percorso credibile con cui la nostra e le generazioni che verranno potranno affrontare le turbolenze che si affacciano all’orizzonte dei prossimi quarant’anni.
Massimo De Muro
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