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Riscatto anni laurea: investimento conveniente?

Difficile dire se in questo periodo di crisi economica e lavorativa sia conveniente “investire” il proprio denaro per riscattare la laurea...

di Federico Nicastro 15 giu 2011 ore 10:02
Domanda

Buongiorno,
Sono un ragazzo di 31 anni appena compiuti. Avrei gentilmente bisogno di un suo parere illuminante sulla possibilità di riscattare la laurea.

Attualmente ho maturato 1 anno e 4 mesi da dipendente e 2 anni e 6 mesi di contratto a progetto (contributi che sono andati nella gestione separata). Il calcolo prospettatomi dall'INPS è di 120 rate da 183 € l'una per poter riscattare 4 anni di contributi. Essendo detraibili l'importo scende a 148 € mensili.

Lei ritiene che, nel mio caso, valga la pena sborsare questi soldi? E' vero che per farsi riconoscere i contributi della gestione separata occorre avere almeno 3 anni di contributi nella stessa?
La ringrazio fin d'ora per le utili informazioni che mi darà.

Distinti saluti.

Risposta

Gentile lettore, buongiorno.
L’argomento su cui lei mi chiede delucidazioni è quanto mai attuale. Affermare con certezza se in questo periodo di particolare crisi economica e lavorativa sia conveniente o meno “investire” il proprio denaro per riscattare la propria laurea è molto difficile, soprattutto considerando le continue riforme normative riguardanti l’innalzamento dell’età pensionabile ed il calcolo delle varie pensioni.

Certo, dati questi presupposti potrebbe essere una buona scelta avere uno sconto sull’età per il collocamento a riposo equivalente alla durata legale del corso di laurea frequentato. Ma chi ci assicura che una volta deciso di affrontare questa spesa, nel frattempo non intervengano nuove leggi che complichino ulteriormente la situazione? Allora forse potrebbe essere più conveniente versare 148 Euro mensili per dieci anni in una buona polizza di assicurazione sulla vita o previdenziale integrativa a “capitale garantito” alla scadenza contrattuale. Questo consentirebbe di avere una “disponibilità accessoria” di denaro, piuttosto che un anticipo dell’età necessaria per l’accesso alla pensione di anzianità o di vecchiaia. Ebbene, la scelta non è facile, occorre ben ponderare sui pro e i contro in entrambi i casi.

Riguardo invece agli aspetti tecnici della questione, le faccio presente che l’eventuale rinuncia al riscatto deve essere comunicata all’INPS entro 90 giorni dalla data di comunicazione del provvedimento; trascorso tale termine il riscatto si considera accettato e l’ente effettua la trattenuta mensile direttamente sullo stipendio.

Per ciò che concerne invece la sua seconda domanda, essa riguarda essenzialmente la totalizzazione dei contributi, che può essere utilizzata da tutti i lavoratori dipendenti, autonomi e liberi professionisti ed è completamente gratuita. Questa facoltà consente a tutti i lavoratori parasubordinati (co.co.co., lavoratori a progetto, ecc.), iscritti alla cosiddetta gestione separata, introdotta dall’articolo 2, comma 26, della Legge 8 agosto 1995, n. 335 di ottenere un’unica pensione. La totalizzazione dei contributi però, ai fini del diritto alla pensione di vecchiaia e di anzianità, può essere ottenuta effettivamente solo se si è maturata una anzianità contributiva, quale che sia la gestione, pari ad almeno tre anni.

Spero che le mie informazioni le siano utili. In ogni caso, qualora ce ne fosse bisogno, sono a disposizione per ulteriori chiarimenti.

Federico Nicastro

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