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Meglio riscattare la Laurea o scegliere una ulteriore forma integrativa?

Sono dell’idea che il riscatto della laurea sia da valutare solo per le persone che hanno iniziato a lavorare poco dopo il 1978 perché potrebbe consentire di rientrare nel sistema di calcolo retributivo

di Jonathan Figoli 9 giu 2010 ore 16:52
Domanda

Gentile Dott. Figoli,
sto per la prima volta considerando la possibilità di riscattare gli anni di laurea. Schematizzo di seguito qualche riferimento, forse un po' approssimativo, dato che non ho svolto molte analisi preliminari.

Data di nascita: 13 marzo 1965, donna.
Laurea quadriennale conseguita nel 1990 (1 anno fuori corso).
Dipendente di Banca dal novembre 1990; reddito 2009 65.000 Euro.
Iscritta al Fondo pensioni aziendale, con versamento totale del TFR e possibilità di optare, al momento della pensione, per la liquidazione totale o una rendita mensile.
Attualmente "pensionabile" nel 2025 - a 60 anni - con 35 anni di contribuzione.
Nubile, senza figli.

Qual è il Suo suggerimento? Meglio riscattare la Laurea o scegliere una ulteriore forma integrativa? Può anche indicarmi approssimativamente il costo annuo che andrei a sostenere? Il mio stipendio attuale mi consente di condurre una vita comodamente in linea con i miei bisogni.

La ringrazio per ogni Suo consiglio e la saluto cordialmente.

Risposta

Buongiorno,
io sono dell’idea che il riscatto della laurea sia da valutare solo per le persone che hanno iniziato a lavorare poco dopo il 1978 perché potrebbe consentire di rientrare nel sistema di calcolo retributivo.

Nel suo caso la cifra (approssimativa) dell’eventuale riscatto, essendo lei una dipendente, sarebbe attorno al 33% del suo ultimo reddito lordo (con ultimo intendo quello immediatamente precedente la presentazione della domanda e non quello esistente negli anni di laurea) per ogni anno che intende riscattare.

Personalmente ritengo che questo eventuale riscatto non andrà a portarle benefici in termini di “entrata” in pensione (le riforme normative impongono sempre più vincoli anagrafici a discapito del numero di contributi versati) e neppure per l’importo della pensione. Su quest’ultimo punto, difatti, le somme gestite dall’inps vengono rivalutate annualmente alla media del Pil italiano degli ultimi 5 anni (nel 2009 è stato -5,1% mentre il più alto dell’ultimo quinquennio è il +1,2% del 2006) mentre esistono fondi pensione che hanno anche una linea garantita al 2%.

Spero di averle fornito elementi utili per la sua valutazione, un cordiale saluto.

Jonathan Figoli
Jonathan.Figoli@professionefinanza.com

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