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Liberarsi dai debiti per vivere di rendita

Precisione, fantasia e qualche rinuncia. Sei passi per cominciare

di Marco Delugan 31 lug 2009 ore 10:55
Qualche idea per cominciare. Vivere di rendita è il mestiere più desiderato del mondo, ma come si fa? Come si può arrivare a tanto? E chi se lo può permettere? 

La rendita è una posizione di credito. Viviamo di rendita se qualcuno ci deve qualche cosa, del denaro, e se ce ne deve abbastanza da permetterci di vivere senza lavorare. Se questo qualcuno sia lo Stato, qualche azienda o privati cittadini a questo punto del ragionamento conta poco. Di questo parleremo più in la. E se la rendita è una posizione di credito, la prima conseguenza è che per vivere di rendita il primo passo sia eliminare i debiti. Solo il primo, perché ce ne sarranno altri. Ma andiamo per gradi. 

Liberarsi dei debiti, quindi. Ecco i sei passi fondamentali per farlo, tratti dal libro Vivere di rendita di Cesare Valentini.

Primo passo: determina le priorità di spesa
Carte di credito, possibilità di acquisto a rate, finanziamenti personali, sono strumenti che facilitano l’acquisto d’impulso. Spesso il modo in cui l’acquisto viene proposto è tale da nascondere la vera entità della spesa. L’auto sarà tua con comode rate di … . E l’attenzione finisce lì, sul peso leggero dell’esborso mensile che sfigura di fronte all’evidente aumento di ricchezza e benessere che la nuova auto porterà. 

Ma “Indebitarsi continuamente non ha niente a che vedere con il vivere di rendita. Aumenta le passività, mentre noi suggeriamo di modificare lo stile di vita e ridurre le spese superflue, e non progetta il futuro, mentre progettare è il motore primo per vivere di rendita” (C. Valentini).

Liberarsi dai debiti non vuol dire rinunciare ai desideri. Vuol dire, invece, partire dai desideri, metterli in ordine di priorità, e darsi un budget per realizzarli che sia in linea col progetto complessivo del vivere di rendita. Ma può voler dire, anche, dover rinunciare a qualche cosa.

La prima fase di questo primo passo è definire una wish list, una lista dei desideri: scriveteli, carta o foglio elettronico è uguale, e metterli in ordine di priorità. La seconda fase è lo studio di fattibilità: se sia possibile, e a quale costo, realizzare i desideri della vostra lista. Ma non pensate solo ai prezzi, perché non è sempre necessario spendere. Avete mai pensato che alcune cose le potreste fare da soli? Think homemade, dicono gli americani, per dire che probabilmente avete capacità che vi permettono di raggiungere alcuni obbiettivi senza spendere. Voi, vostra moglie o vostro marito, i vostri figli, chissà. Think friendly, alta possibilità: risorse simili potrebbero essere nelle vostre immediate vicinanze, sparse tra i vostri amici. Magari il corso di scrittura creativa da 1500 euro lo potete sostituire con un buon libro e i consigli di qualche amico appassionato di letteratura. Vi costerà qualche cena di ringraziamento, ma non molto di più. E intanto cominciate a spargere germi di un’economia alternativa, informale, solidale. E ancora, think ahead: a pensarci per tempo a volte si può fare meglio, e spendere anche meno.

Complicato? Forse no. Ma richiede un cambiamento di prospettiva, attivare risorse personali, familiari, amicali, mobilitare reti di collaborazione; e un po’ di pazienza. A questo punto dovete capire quanto vi costeranno – in termini monetari, adesso - i beni e i servizi che volete acquistare e confrontare la cifra con un budget coerente e sostenibile per il vostro progetto di vivere di rendita. Non è detto che sia un processo lineare, anzi. E’ del tutto probabile che dobbiate fare avanti e indietro più volte tra le fasi appena elencate prima di trovare una soluzione sostenibile. 

Secondo passo: non restate da soli
L’acquisto è normalmente un fatto individuale, emotivo. E tutto è organizzato per farvi cedere: dal packaging alla disposizione negli scaffali e nelle vetrine, dal nome al jingle della pubblicità. Ma questo lo sappiamo. 

Meno scontato è che l’acquisto può essere diverso da un esercizio solitario, diventare solidale e condiviso. Come? Non decidendo da soli. Parlate con gli altri, con chi vi è più vicino, condividete le decisioni di spesa. Internet è pieno di forum dove appassionati di marche e di prodotti si confrontano su queste cose. Punti di vista e atteggiamenti diversi possono aprire nuove prospettive e attenuare la forza emotiva del richiamo commerciale. Sembra la descrizione di un gruppo di auto aiuto, e forse un po’ lo è. 

Altro vantaggio di un atteggiamento di maggiore condivisione delle scelte economiche è la possibilità di evitare gli intermediari finanziari. Prestiti in famiglia o tra amici, in un clima di relazioni sufficientemente solidali, possono portare a risparmi significativi. Pensate a cosa può voler dire sostituire il mutuo, o una parte di esso, con un prestito dei genitori, con un anticipo di eredità.

Terzo passo: non affidatevi al credito al consumo
Semplicemente perché costa troppo. Qui sotto, come esempio, il confronto tra costi di mutui e prestiti personali. I dati provengono dall’Osservatorio del Gruppo Mutuionline, riportano il tasso effettivo globale (ISC) e riguardano il primo trimestre del 2009.
  1. Prestiti, tassi medi di mercato: non banche: 11,62%; credito finalizzato: 11.02%; banche: 10,42%; migliori offerte online: 6,73%.  
  2. Mutui a tasso fisso: tassi medi di mercato: 5,35%; migliori offerte online: 4,95%.
  3. Mutui a tasso variabile: tassi medi di mercato: 4,28%; migliori offerte online: 3,08%.
Piccola avvertenza, solo come esempio: pagare il 20% annuo su un periodo di 10 anni vuol dire pagare oltre il doppio del capitale finanziato. Quindi: non chiedere credito, comprare in contanti, ridurre o rimandare la spesa, quando possibile. E in caso di estrema necessità, meglio online, a quanto sembra.

Quarto passo: eliminare le carte di credito
Facilitano l’acquisto d’impulso e se diventano troppe si rischia di perdere il controllo della situazione, oltre che pagare un sacco di interessi. Due carte di credito, per una famiglia, sono abbastanza. Evitate le carte revolving, costano tantissimo!

Quinto passo: eliminare la leva
Prendere a prestito, per reinvestire convinti di poter ottenere un rendimento maggiore dell’interesse da pagare, questo vuol dire usare la leva. Attenzione: solo trader esperti se lo possono permettere. E pensarsi grandi speculatori destinati alla gloria è pericoloso. Meglio coltivare sogni più innocui, e sobri.

Sesto passo: controllare gli effetti, premiarsi per i risultati
Forse non servirebbe nemmeno spiegarlo, questo punto. Comunque: una volta raggiunti, e superati, gli obbiettivi, premiatevi con le eccedenze. Sempre in contanti, ovvio.

Marco Delugan
marcodelugan@soldionline.it

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