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Pensioni governo Monti: disposizioni finali

Uno dei capitoli più controversi del decreto Salva Italia. Ecco le principali novità e le modifiche rispetto al testo originario.

di Federico Nicastro 29 dic 2011 ore 09:52
Il decreto salva Italia, avente ad oggetto la manovra finanziaria del governo “tecnico” presieduto dal prof. Mario Monti è diventato legge. Gli interventi in ambito pensionistico sono molti è rilevanti Le principali novità e le modifiche rispetto al testo originario sono le seguenti.

Metodo contributivo pro-rata - A partire dal 1°gennaio 2012 le regole per il calcolo della pensione saranno uguali per tutti. Il montante da liquidare al momento del collocamento a riposo, sarà calcolato sulla base dei contributi versati nell’arco di tutta la carriera lavorativa. Tutti, anche coloro che, in base alla vecchia riforma Dini, erano stati salvati perché avevano versato 18 anni interi di contributi alla data del 31 dicembre 1995, avranno una parte di pensione (la quota dal 2012 in poi) calcolata sulla base del metodo contributivo.

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Innalzamento dell’età pensionabile - Uomini: a partire dal 2012 potranno andare in pensione con 42 anni e un mese di contribuzione indipendentemente dall’età. Inoltre è prevista una fascia di pensionamento compresa tra i 66 e i 70 anni; chi lascerà il lavoro prima dell’età massima prevista, subirà una penalizzazione pari all’1% per il primo anno, del 2% dal secondo anno. Donne: a partire dal 2012 l’età di pensionamento delle lavoratrici dipendenti del settore pubblico è fissata a 66 anni, per il settore privato sarà alzata da 60 a 62 anni, per passare a 64 nel 2014, 65 nel 2015 fino al raggiungimento dei 66 anni nel 2018. Le lavoratrici autonome avranno, invece, dal 2012, un innalzamento dell’età a 63 anni e mezzo.

Chi maturerà i requisiti per la pensione di anzianità (40 anni interi di contribuzione) entro il 31 dicembre 2011, avrà la possibilità di essere collocato a riposo senza subire alcuna penalizzazione. Il requisito minimo di anzianità contributiva rimane, si per le donne che per gli uomini, di 20 anni e rimangono, inoltre, invariate le norme sull’aspettativa di vita che, dal 2013, allungano l’età di 3 mesi. Provvedimenti straordinari sono stati previsti per i nati nel 1952: i dipendenti del settore privato potranno andare in pensione con 35 anni di contributi e 64 anni di età. Inoltre, le donne che, al 31 dicembre 2012, avranno 20 anni interi di contribuzione, potranno andare in pensione di vecchiaia al compimento del 64esimo anno di età.

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Fine delle pensioni di anzianità, sistema quote e finestra mobile
- Dal 2012 le pensioni saranno solo di due tipi: la pensione di vecchiaia ordinaria e la pensione anticipata, che sostituirà la pensione di anzianità. Scomparirà definitivamente il meccanismo delle quote (somma tra anni di età e anni interi di contributi versati), e scompariranno anche le cosiddette finestre mobili, che spostavano il collocamento a riposo di 12 mesi per i lavoratori dipendente e 18 mesi per i lavoratori autonomi (saranno incorporate nell’innalzamento dell’età anagrafica).

Indicizzazione delle pensioni - Le pensioni pari a tre volte il trattamento minimo (circa 1.400 Euro), avranno, anche per il 2012 e per il 2013, un indicizzazione pari al 100% rispetto all’aumento del tasso di inflazione.

Contributo di solidarietà - Coloro che percepiscono una pensione superiore ai 200.000 Euro annui devono versare allo Stato un contributo straordinario pari al 15%.

Contributi artigiani e commercianti
- Gli iscritti alla gestione separata Inps dovranno subire un aumento dell’aliquota contributiva di 1,3 punti percentuali nel 2012 e 0,45 punti percentuali a partire dal 2013. Nel 2018 l’aliquota contributiva sarà pari al 24%.


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Federico Nicastro

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