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Calcolo e destinazione del TFR

Azienda o previdenza? Questo è il problema! Amleto avrebbe avuto dei dubbi ma noi cerchiamo di fare luce su questa importante scelta per il nostro futuro

di Jonathan Figoli 17 apr 2009 ore 14:51

Articolo a cura di ProfessioneFinanza.com

La principale novità introdotta dall’ultima riforma al sistema previdenziale italiano ovvero dalla riforma Maroni è stata quella di riprendere la finalità previdenziale che il TFR aveva fin dalla sua introduzione nel 1982. Il trattamento di fine rapporto è calcolato sulla retribuzione lorda e rappresenta un 13,5esimo di questa che, in termini percentuali, ammonta al 7,41% di cui, però, lo 0,50 deve essere obbligatoriamente versato al fondo miglioramento pensionistico tenuto presso l’Inps. Ne deriva che quando si parla di destinazione del TFR (sia in azienda che alla previdenza complementare) si intende il 6,91% della retribuzione lorda di ogni lavoratore dipendente. La riforma Maroni ed il conseguente decreto legge 252 del 2005 prestano molta attenzione al TFR e stabiliscono che i lavoratori dipendenti privati abbiano tempo sei mesi dalla data di assunzione (convenzionalmente per tutti i lavoratori dipendenti privati assunti prima del 31 dicembre 2006 il semestre è cominciato il primo gennaio 2007 e, quindi, concluso il 30 giugno 2007) per effettuare una scelta sulla destinazione del TFR maturando (se vi è il consenso del datore di lavoro può essere destinato alla previdenza complementare anche il TFR maturato).


Nella scelta risulta fondamentale la caratteristica di risultare un Nuovo Iscritto per il quale il TFR rimarrà sempre unito, ovvero l’intero 6,91% della retribuzione lorda o rimarrà totalmente in azienda oppure sarà destinato integralmente ad una singola forma di previdenza complementare, mentre, nel caso in cui si risultasse un Vecchio Iscritto si può verificare il caso che il TFR sia destinato in parte in azienda e in parte ad una singola forma previdenza complementare. Data la scelta revocabile della permanenza del TFR in azienda, il Vecchio Iscritto potrà sempre portare tutto il TFR futuro alla previdenza complementare, ma, analogamente al Nuovo iscritto che ha fatto la scelta della previdenza complementare, non potrà in quanto si tratta di una scelta irrevocabile, riportare tutto il TFR in azienda.


Jonathan Figoli
Jonathan.Figoli@professionefinanza.com
http://www.professionefinanza.com/

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