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Imposta di bollo: la risposta di Che Banca

Che Banca ha adeguato i fogli informativi analitici per traslare l'imposta di bollo sul cliente a partire dal 10 ottobre 2012. Al tempo stesso incrementa il tasso di interesse sui depositi vincolati per compensare lo svantaggio per il cliente

di Giacomo Saver 26 lug 2012 ore 11:54
L'introduzione dell'imposta di bollo sui conti titoli, estesa subito dopo ai conti deposito, ha modificato velocemente i rapporti tra banca e cliente. Fino a gennaio 2012, infatti, il tributo pari a 34,20 euro annui forfettari era a carico degli intermediari. Ma ora l'imposta è proporzionale, ed è pari allo 0,10% del saldo del deposito stesso con un minimo di 34,20 euro ed un massimo di 1.200. A partire dal 2013 scomparirà il tetto massimo mentre l'aliquota sarà dello 0,15%.

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Nei giorni scorsi i clienti di Che Banca hanno ricevuto una mail che contiene la notizia secondo cui a partire dal 10 ottobre 2012 il bollo non sarà più a carico della banca ma del cliente. In realtà i nuovi clienti pagano già il bollo sin dal momento dell'apertura del contratto. I “vecchi” clienti, invece, avranno tempo fino ad ottobre per scegliere se tenere aperto il conto oppure se estinguerlo mantenendo le vecchie condizioni come previsto dal Testo Unico Banche.

Conviene chiudere il conto?
La prima domanda che il risparmiatore si pone è: “conviene estinguere il conto prima che entri in vigore il pagamento del bollo?”. Ovviamente non esiste una risposta univoca a questa domanda. 

Distinguiamo alcuni casi:
1 – il cliente non ha vincoli attivi ma solo il deposito libero. In questo caso se le cifre in ballo sono modeste (al di sotto di 30.000 euro) conviene estinguere il conto. Gli interessi maturati non riuscirebbero a compensare l'imposta minima di 34,20 euro annui.
2 – il cliente ha vincoli attivi. In questo caso bisogna fare delle valutazioni più approfondite. Per poter recedere dal contratto prima dell'entrata in vigore del bollo, infatti, è necessario liberare anticipatamente i soldi vincolati in precedenza. Questo, però, implica la perdita degli interessi già riconosciuti anticipatamente.

E' sufficiente fare questo calcolo per verificare la convenienza: se gli interessi sulle somme vincolate sono superiori a 34,20 euro complessivamente allora conviene mantenere aperto il conto. Viceversa è opportuno estinguerlo in modo tale da risparmiare quest'onere.

Se si dispone di oltre 30.000 euro e si intende mantenere quella disponibilità presso Che Banca, allora non è conveniente estinguere il deposito. I nuovi tassi sulle linee vincolate, infatti, sono stati incrementati dello 0,10% per compensare il tributo.

E' opportuno ricordare, però, che il bollo minimo di 34,20 euro annui distorce l'apparente convenienza a mantenere in vita il deposito per importi “piccoli”. Fino a 34.200 euro il bollo è fisso, ed è pari al minimo, mentre per importi superiori diventa proporzionale. Ecco allora che solo per cifre che superano i 30.000 euro il bollo resta di fatto a carico di Che Banca attraverso una maggiore remunerazione delle linee vincolate. Per cifre più contenute, invece, è bene liquidare tutto e cercare altre alternative.

Come dribblare l'imposta di bollo
Per evitare di pagare il bollo possiamo prendere in considerazione due alternative differenti. Anzitutto si può cercare un istituto on line che non addebiti il tributo ai nuovi clienti. In questo modo si procrastina il pagamento dell'imposta fino alla scadenza della promozione. Poi si potrà ricercare una nuova banca che non applichi la tassa, anche se questo modo di operare implica un certo “nomadismo” finanziario.

Per questa ragione la soluzione prospettata è opportuna per chi dispone di capitali che superano i 5.000 euro. Chi dispone di importi inferiori a questa soglia, invece, potrà trasferire le disponibilità attualmente in essere presso Che Banca su un libretto postale. Questa forma di risparmio, infatti, pur remunerando le giacenze a tassi non entusiasmanti è esente dall'imposta fino ad un saldo di 5.000 euro.

Il mondo finanziario cambia continuamente. E più veloce è il cambiamento più c'è la necessità di essere informati e flessibili nelle scelte finanziarie. In questo modo sarà possibile sfruttare le opportunità che sempre in un modo o nell'altro si presentano anche in un contesto di crisi.

Giacomo Saver

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