Il 2013 porta una mini-patrimoniale sugli strumenti finanziari

L’anno nuovo è sinonimo di rincari fiscali, si sa, e questo vale anche sul fronte degli strumenti finanziari. Ecco cosa porterà il 2013.

L’imposta di bollo passerà dall’1 gennaio dallo 0,10% allo 0,15%. Calcolata sul valore di mercato dei singoli strumenti finanziari, l’imposta si applica ai conti deposito, alle azioni, alle obbligazioni, ai fondi comuni, ai titoli di Stato, ai buoni fruttiferi postali e alle polizze. Conti correnti e libretti fiscali sono esentati dall’imposta, a patto che il saldo conclusivo al termine dei 12 mesi sia inferiore a 5mila euro (soglia sotto la quale sono esenti anche i buoni fruttiferi postali).  L’importo minimo dell’imposta di bollo è di 34,2 euro, che si paga anche per conti correnti e libretti fiscali di importo superiore ai 5mila euro; saltato il tetto massimo, l’imposta si applicherà a qualsiasi importo investito in questi titoli.

L’imposta di bollo rappresenta una tassa patrimoniale che si applica per il semplice fatto di possedere strumenti finanziari, i guadagni ed i redditi che questi stessi strumenti offrono sono poi soggetti a ulteriore autonoma tassazione (pari al 12,5% per titoli di Stato e buoni postali e al 20% per i rendimenti azionari).

La Tobin Tax si applicherà, a partire da marzo, alle operazioni di compravendita di titoli azionari nella misura dello 0,12%, che sale allo 0,2% per le operazioni Otc, over the counter, quelle cioè che avvengono sui mercati non regolamentati. Esenti dalla Tobin Tax i titoli di Stato, il prelievo si applicherà anche ai contratti derivati, secondo una quota fissa variabile da 0,1 a 100 euro a seconda del valore nozionale (il valore dell’attività finanziaria sulla quale viene costruito il derivato).
 
Carlo Sala
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