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Taglio acconto Irpef, servirà davvero?

Una dilazione di pagamento per stimolare i consumi. Manovra utile o pannicello caldo?

di Marco Delugan 13 nov 2009 ore 15:51
“Il provvedimento ha come obiettivo di garantire strumenti di ausilio nella particolare congiuntura economica, in corso di superamento.” Le ultime quattro parole del comunicato che si può leggere sul sito internet del Governo ne rivelano le intenzioni, o forse, meglio, le speranze: un provvedimento per dar fiato ai consumi in vista di Natale, e per sostenere un’economia che sembra dare segni di ripresa.

E’ di oggi, infatti, il dato Istat sull’andamento del prodotto interno lordo del terzo trimestre 2009: +0,6% rispetto al mese precedente, anche se ancora in calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo del 2008. 

Un’altra piccola spinta sperando che la macchina riprenda a funzionare. Ma non tutti sono così ottimisti, come vedremo a breve.

Il decreto approvato ieri dal governo prevede la riduzione dell’acconto Irpef, da pagare entro la fine di novembre, dal 99% al 79%. Il minor gettito fiscale, pari a 3,8 miliardi di euro, verrà compensato, nelle attese del Governo, dalle maggiori entrate prodotte dallo scudo fiscale. 

Per i beneficiari del provvedimento, il sollievo sarà solo temporaneo: le somme “risparmiate” a novembre dovranno essere comunque versate a giugno. 

Interessate dal provvedimento saranno le seguenti categorie: 
  1. le piccole e le medie imprese;
  2. le ditte individuali;
  3. le società di persone;
  4. i liberi professionisti che versano l’Irpef;
  5. i lavoratori dipendenti che percepiscono altri redditi (seconde abitazioni, locazione…); 
  6. tutti coloro che dichiarano redditi assimilabili al lavoro dipendente.
I lavoratori dipendenti non inseriti nella lista precedente, quelli che non dichiarano altri redditi oltre allo stipendio, e su questo subiscono la trattenuta alla fonte, non sono compresi tra le categorie interessate all’operazione. E nemmeno le imprese di capitale.

“E’ un provvedimento lodevole, ma debole e tardivo, avrà effetti molto limitati. Quello che manca alla politica economica del Governo è soprattutto un quadro d’insieme, manovre coordinate che possano realmente avere effetti positivi sull’economia”, ci ha detto Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente e membro del consiglio direttivo di Aiaf (Associazione Italiana degli Analisti Finanziari). “Sui segni di ripresa dell’economia - ha continuato Scarano - io non sono d’accordo. La realtà è che centinaia di migliaia di piccole e medie imprese sono a rischio e con loro almeno un milione di posti di lavoro. L’economia italiana è come un malato grave e questi provvedimenti possono sono alleviare qualche sintomo, non incidono sulla struttura della malattia.”

Sulla stessa lunghezza d’onda, Lucio Sgarabotto, consulente finanziario indipendente e collaboratore di Soldionline.it: “Questo provvedimento non riduce le imposte. E’ una sorta di prestito che potrà incrementare i consumi sotto Natale. Molti consumatori non coglieranno che è solo una dilazione di pagamento e, con più soldi in tasca, spenderanno di più. Darà forse un po’ di fiato ai commercianti, ma niente di più.”

“E una pura operazione di facciata - dice Domenico Murrone di Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) - che non avrà nessun impatto sull’economia reale. Servirebbe ben altro.”

Marco Delugan
marcodelugan@soldionline.it



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