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Segreto bancario: cosa c'è nell'accordo tra Italia e Svizzera

Finisce il segreto bancario per i conti detenuti in Svizzera. I contribuenti Italiani che speravano di custodire i propri tesoretti oltre Alpi dovranno cambiare strategia.

di Antonello Scrimieri 26 feb 2015 ore 11:40

Dopo mesi di trattative con Berna, arriva in questi giorni l’accordo tra Italia a Svizzera. La Pace Fiscale è al suo stadio finale, le intese tra i due Paesi sono stati raggiunti. Dopo mesi, per non dire anni, di trattative ogni Governo ha raggiunto i propri obiettivi.

IL PROTOCOLLO FIRMATO DA ITALIA E SVIZZERA
Con l’avvenuta sottoscrizione del Protocollo, viene modificato l’esistente Convenzione contro le doppie imposizioni, Italia e Svizzera hanno ridefinito i criteri per lo scambio di informazioni ai fini fiscali, i quali vengono uniformati a quelli previsti dall’art. 26 del modello OCSE.

italia-svizzeraCon la sottoscrizione del Protocollo si mettono a disposizione dell’Amministrazione Italiana gli strumenti per ricevere i dati in merito ai redditi di fonte estera dei contribuenti italiani, non ottenibili attraverso lo scambio di informazioni previsto dalla Direttiva denominata Risparmio, derogata dalla Svizzera attraverso il meccanismo dell’euroritenuta proprio al fine di mantenere il segreto bancario. La procedura, gli obiettivi e i limiti dello scambio si allineano quindi agli standard internazionali in materia, sulla spinta del provvedimento in materia di Voluntary Disclosure ma con effetti che vanno al di là di quelli delineati dal legislatore per il rientro dei capitali.

L'ACCORDO SULLA FINE DEL SEGRETO BANCARIO
Italia e Svizzera hanno ufficialmente firmato la pax fiscale. L’accordo sulla doppia tassazione è stato siglato in questa settimana a Milano dai ministri dell’economia e delle finanze Padoan e Widmer-Schlumpf. L’Amministrazione Finanziaria italiana potrà richiedere, già dalle prossime ore, dati e posizioni di contribuenti basati in Svizzera, anche al di fuori da procedimenti penali. La Svizzera rinuncia così per sempre ad opporre quel segreto bancario che ne ha fatto per decenni la cassaforte privilegiata degli evasori della penisola. Secondo le stime attuali il Paese Elvetico gestirebbe oltre duecento miliardi di euro fuggiti al fisco italiano.

Il premier  Matteo Renzi, non ha esitato a commentare via Twitter il provvedimento, affermando che “Miliardi di euro ritorneranno nelle casse dello Stato. Grazie al lavoro del ministro Padoan, la nostra promessa è diventata un’azione di governo. Adesso al lavoro per accordi analoghi con Monaco e con il Liechtenstein”.

LE INFORMAZIONI CONDIVISE
I dati e le informazioni dovranno essere gestiti in maniera confidenziale finalizzati a limitarne la diffusione; sarà previsto che essi siano resi noti alle sole Autorità coinvolte nella riscossione o nel contenzioso relativo alle imposte. Va però detto che una prassi lo scambio dei dati avviene anche per finalità extrafiscali come ad esempio, per il contrasto al riciclaggio, al terrorismo o alla corruzione. In questo caso lo Stato richiedente è tenuto a specificare che la richiesta ha anche questi fini, mentre lo Stato che riceve la richiesta deve autorizzare nella risposta l’utilizzo per ragioni extrafiscali.

Le Richieste Svizzere. L’intesa di Milano prevede anche dei diritti per il Paese Elvetico. Prima di tutto Berna ha richiesto il libero accesso delle banche svizzere al mercato italiano, oltre a una serie di questioni di vicinato, come il trattamento fiscale dei lavoratori frontalieri che dovrà diventare bilaterale, e come la situazione doganale di Campione d’Italia.

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