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Entra in vigore il Redditometro

Dal primo gennaio del 2013, è entrato in funzione la nuova versione del redditometro, lo strumento sintetico di controllo dei redditi dell’Agenzia delle Entrate

di Redazione Soldionline 11 gen 2013 ore 10:17
Il nuovo redditometro controllerà nel prossimo futuro i redditi a partire dall’anno 2009. Il nuovo strumento analizzerà i contribuenti sulla base dei nuovi parametri e segnalerà i redditi sospetti.  Gli avvisi di  accertamento verranno emessi dall’Amministrazione Finanziaria grazie a questi parametri. 

INFOGRAFICHE: Il nuovo redditometro

La norma - La fonte normativa si basa sull’art. 38 del D.p.R. numero 600 del 1973, modificato dal  D.L. numero 78 del 2010, che da una nuova veste  all’accertamento sintetico. Il nuovo strumento controllerà le spese patrimoniali dei contribuenti in maniera differente rispetto alla vecchia norma. Le spese sostenute verranno imputate all’anno della loro effettuazione e non più ai cinque anni precedenti, che hanno generato questo patrimonio secondo la vecchia norma.
Il vecchio D.M. del 1992 è stato riconosciuto obsoleto, poiché non considerava l’ubicazione territoriale e il nucleo familiare. L’aggiornamento del legislatore ha corretto questi difetti. Le caratteristiche del redditometro sono tangibili nella versione dimostrativa rilasciata dall’Agenzia delle Entrate del Redditest. Il software simula il tenore di vita di un contribuente in base ai suoi parametri di spesa.

Il Reddito viene rideterminato dall’Amministrazione Finanziaria secondo i nuovi parametri di spesa e consumi, basati su coefficienti e dati statistici, nel caso in cui, però, che il reddito dichiarato è inferiore di almeno il 20% rispetto al reddito accertato. Da una prima analisi di questo nuovo strumento di controllo, sembra che il legislatore abbia creato uno Studio di Settore per le famiglie. Questa idea nasce dal fatto che il nuovo Redditometro, così come lo Studio di Settore, si basi su parametri statistici non ben chiari e delineati.

L’applicazione - I dati di partenza per queste nuove analisi sono, così come per il vecchio Redditometro, il possesso di alcuni beni del contribuente, come gli immobili e gli autoveicoli. Il possesso di questi beni comporta un costo di acquisto e un costo di gestione o manutenzione per gli stessi; per questi motivi, sinteticamente, l’Amministrazione ricalcola il reddito complessivo per possedere e amministrare questi beni. Inoltre, al reddito complessivo viene aggiunta una quota di gestione del risparmio che si presume accantonata, tutto nel rispetto però dell’ubicazione territoriale del cittadino.

Nel calcolo complessivo del reddito verranno imputate al contribuente anche le spese del coniuge e dei familiari fiscalmente a carico. In ultimo, va ricordato che si considerano anche gli incrementi patrimoniali, ovvero gli investimenti eseguiti nell’anno meno i disinvestimenti dell’anno in corso e i disinvestimenti netti dei quattro anni precedenti all’acquisto del bene.

La prova del contribuente - A favore del cittadino resta la possibilità di dimostrare le inesattezze dell’accertamento, attraverso la prova contraria come definita dall’art.38 del D.p.R. numero 600 del 1973. In questo caso si potranno dimostrare i redditi esenti, redditi soggetti a ritenuta a titolo di imposta escluse dalla formazione della base imponibile e soprattutto il diverso ammontare delle spese ad esso attribuite. Ad esempio, sarà possibile dimostrare che, nonostante si possieda un’auto di lusso, non si spenda molto per il carburante a causa dello scarso utilizzo.

Antonello Scrimieri
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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