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Come risparmiare sulle tasse universitarie

Grazie ad alcuni accorgimenti è possibile risparmiare centinaia di euro di tasse universitarie. Ecco i consigli per studenti e genitori.

di Mirko Zago 12 lug 2016 ore 16:22

Gli esami di maturità sono ormai solo un ricordo, la maggior parte degli studenti italiani se li è lasciati alle spalle ormai da qualche giorno e si appresta a presentare la fatidica domanda di iscrizione all’università. Una brutta sorpresa è però in agguato, la temuta tassa universitaria.

Purtroppo non tutti sanno però che esistono dei semplici accorgimenti da seguire che permetteranno alle famiglie di risparmiare qualche euro. Le tasse sono infatti pagate in modo differente dagli studenti a seconda dei beni mobili ed immobili posseduti all’interno del proprio nucleo. Per permettere quindi all’università di calcolare correttamente l’entità della retta basterà presentare, al momento dell’iscrizione, anche il modello ISEE opportunamente compilato dal proprio CAF di fiducia.

universitaDal 2015, per agevolare la presentazione di tale modello, è stato introdotto il nuovo ISEE università, che andrà però affiancato al reddito equivalente, per il cui calcolo è necessario conoscere il reddito complessivo della propria famiglia a cui va poi sottratta l’IRPEF netta, reperibile all’interno della propria dichiarazione dei redditi.

Ovviamente le rette variano però anche in base all’università scelta, oltre che alla facoltà. Generalmente le facoltà scientifiche sono più costose per via dei costi da sostenere per l’allestimento di laboratori utili allo svolgimento delle attività tecnico-pratiche, come anche le università più rinomate tendono ad applicare imposte più alte. In generale però tutte applicano sgravi proporzionali al reddito di cui dispone lo studente.

Come dicevamo il reddito cui si fa riferimento non riguarda solo immobili, ma anche proprietà mobili. In altre parole, per il calcolo della situazione economica ci si riferisce a:

1) reddito prodotto da ciò che si possiede (case, auto e affini);
2) reddito ottenuto dal lavoro o dalla pensione;
3) reddito dei terreni, quello dei fabbricati e di tutte le altre tipologie di reddito.

A questo va poi aggiunto il 20% del valore delle proprietà mobili e immobili, esclusa l’abitazione principale. Per sapere a quanto ammonterà la detrazione e se si sarà completamente esonerati dal pagamento, una volta compilato correttamente il modello Isee, bisognerà consultare le rispettive tabelle pubblicate dall’ateneo.

Il reddito non è però il solo parametro preso in considerazione per applicare eventuali riduzioni alle rette, esistono infatti anche borse di studio per merito. Generalmente chi consegue diploma di maturità con votazione di 100 o 100 e lode ha diritto all’esenzione dal pagamento della retta per il primo anno, mentre riduzioni sono talvolta applicate anche a votazioni dal 95/100 in su (ne è un esempio La Sapienza di Roma). Per mantenere la borsa di studio occorre invece conseguire un certo numero di crediti all’anno sostenendo gli esami previsti dal proprio piano di studi. Un piccolo consiglio utile per migliorare la gestione dei risparmi è di valutare assieme a comparatori come SosTariffe.it i migliori conti correnti utili per farsi accreditare le somme in maniera pratica e veloce. Alcuni non prevedono spese per la gestione.

L’esonero totale è inoltre riconosciuto ai portatori di handicap con invalidità riconosciuta pari ad almeno il 66%, con la possibilità, a discrezione degli atenei, di applicare anche esenzioni ad invalidi che non raggiungono la suddetta percentuale.

Da non sottovalutare è anche il bando delle “150 ore”, un bonus che consente di ottenere agli studenti un compenso per aver svolto ore di lavoro presso il proprio ateneo, collaborando in veste di bibliotecari, assistenti segretari, ...

Oltre ai bandi indetti dai singoli atenei, ci sono anche borse di studio regionali, per il cui accesso è richiesta però una particolare situazione patrimoniale, mentre per conservarla negli anni successivi occorrerà conseguire un elevato numero di crediti.

Bisogna inoltre prestare particolarmente attenzione a quelle che sono le scadenze entro cui è possibile pagare la retta, generalmente suddivisa in due o tre rate, perché un ritardo potrebbe comportare il pagamento di eventuali morosità. Anche per presentare la dichiarazione Isee sono normalmente stabilite delle scadenze, generalmente la consegna va fatta entro novembre/dicembre, tenendo conto che il Caf potrebbe richiedere anche un paio di settimane per la compilazione.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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