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Prossimo Governo: i primi interventi contro la crisi

Una politica economica espansiva, la revisione dei vincoli europei alla spesa pubblica, la riforma del sistema bancario. Ecco le prime linee di azione che il prossimo Governo dovrà intraprendere

di Alfonso Scarano 19 mar 2013 ore 09:54
E’ sempre difficile dare uno schema di priorità e di urgenza in un momento storico di emergenza come quello che stiamo vivendo, quando tutto sembra scardinarsi. In questo contesto storico il prossimo Governo dovrà affrontare prioritariamente alcune problematiche: una politica economica espansiva, la revisione dei vincoli europei alla spesa pubblica, la riforma del sistema bancario.
 
POLITICA ECONOMICA - Pare ormai accertato che le politiche di lacrime e sangue sono di fatto recessive, non risolvono lo schema perverso di eccesso debito e avvitamento della crisi economica ma ne sono una concausa.
 
Ascolta l’audio: Perché attuare una politica economica espansiva




DEBITO PUBBLICO
- La questione del debito deve essere gestita seriamente, ma non deve diventare un vincolo assoluto. Il Giappone ha un rapporto debito/pil doppio di quello italiano ha da poco annunciato una fase fortemente espansiva della spesa pubblica proprio per sostenere la crescita economica. E’ vero che il Giappone vive una situazione diversa, nel senso che può usare la leva della moneta e della svalutazione a proprio favore, ma è anche vero che non è più sostenibile questa situazione di stallo, con una moneta unica fortemente valutata che rende difficili le esportazioni, e con una spesa pubblica bloccata dai vincoli europei. (LEGGI ANCHE: Come uscire dalla crisi economica)

PATTO DI STABILITA’ - Il patto di stabilità è quindi insostenibile e deve essere ricondizionato o comunque ricontrattato. Il governo deve affrontare la crisi con una politica espansiva di spese corrette e di rigore e di efficienza ma non di tipo recessivo, e i vincoli europei di fatto impediscono tale azione.
 
Ascolta l’audio: Perché ricontrattare Maastricht



PAGARE I DEBITI CON LE AZIENDE
- Il governo deve affrontare, ed è molto in ritardo, il problema dei pagamenti di cose che ha già acquistato, che già ha consumato. Si è arrivati a circa 80 miliardi di fatture da pagare da parte degli enti territoriali, e la cosa in parte stupisce, in quando per ammettere una fornitura questa deve essere coperta.
(LEGGI ANCHE: Imprese che resistono alla crisi economica)

SETTORI DA SOSTENERE - E’ opportuno che si possa individuare una politica economica che punti sull’efficientamento energetico, sullo sviluppo edilizio, la gestione delle risorse del territorio, e dei rifiuti; lo sviluppo del settore agroalimentare; la protezione del marchio “made in Italy” su mercati internazionali.
 
Ascolta l’audio: Politica economica e settori da sostenere



RIFORMA SISTEMA BANCARIO
- Il sistema bancario è stato causa della crisi e del suo peggioramento e necessita di una riforma che dovrebbe seguire le orme di quella roosveltiana che separò la banca commerciale e la banca d’affari. Attualmente le due forme di business sono coesistenti nella stessa struttura, e quindi qualunque banca che fa il mestiere della banca e quindi gestisce conti correnti, servizi alle imprese eccetera, con un’altra mano può fare affari finanziari. Questo modo promiscuo ha lasciato sul terreno molte vittime. Le banche commerciali devono fare le banche commerciali, e nel fare questo bene - di fatto - sostengono l’economia reale. Chi vuol fare speculazione finanziaria, lo faccia pure, ma con i propri capitali e risorse, Le banche di affari rischino con i propri soldi, eventualmente falliscano come qualunque impresa, ma mai intacchino la solidità della banca dove abbiamo i nostri conti correnti e facciamo le operazioni bancarie classiche, il mestiere della vera banca quella tradizionale; pilastro importante di uno sviluppo economico sano e basato sull’economia reale.
(LEGGI ANCHE: Raffele Mattioli, il banchiere dell’economia reale)

Alfonso Scarano Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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