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Cohousing, abitare insieme condividendo spazi comuni

Il cohousing propone alle famiglie di avere il proprio spazio privato e di condividere delle aree comuni: qualità della vita più alta e più relax per tutti. E si può anche risparmiare.

di Anna Rudelli 22 gen 2015 ore 10:17

Il cohousing è uno stile di vita, oltre che un progetto. Nasce negli anni 70 in Scandinavia grazie all’architetto danese Jan Gødmand Høyer, che decide di provare a condividere insieme a otto suoi amici degli spazi comuni, pur mantenendo ognuno la sua abitazione privata. Il cohousing è una soluzione adatta a paesi come l’Italia, in cui la crisi economica sta rendendo la vita difficile a tanti. Perché il mantenimento di una casa in cohousing è sicuramente meno oneroso rispetto alla vita in condominio o in una casa autonoma. Nel momento in cui si vuole comprare una casa e si decide di mettere i mutui presenti sul mercato a confronto, perché non si ha a disposizione la liquidità per sostenere autonomamente l’acquisto, si potrà decidere se investire o meno nel cohousing. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

LA CARTA D’INTENTI NEL COHOUSING
Innanzitutto non bisogna pensare al cohousing come ad un’esperienza rigida, piena di regole da seguire e via dicendo. Al contrario: la comunità stabilisce all’unanimità una carta d’intenti, ovvero una sorta di costituzione contenente delle norme che hanno l’unico scopo di garantire una vita serena a tutti. Contiene regole formali e informali, come ad esempio quelle riguardanti la gestione delle risorse economiche e i turni per la manutenzione del giardino o la pulizia degli spazi comuni.

IL VICINATO ELETTIVO
Bisogna tenere bene a mente che nel cohousing non c’è un capo, ma un “vicinato elettivo”, in altre parole la comunità di coabitanti, che insieme stabilisce, ad esempio nel caso di vendita o affitto di un appartamento libero, quale nuovo nucleo familiare che si è candidato ammettere.

COHOUSING E GESTIONE DELLE RISORSE ECONOMICHE
Per quanto riguarda la gestione delle risorse economiche, il cohousing prevede che le spese per la bolletta del gas siano condivise tramite gruppi di acquisto solidale (visto che la cucina di norma è uno degli spazi condivisi) e, nel regolamento redatto dal vicinato elettivo, sono specificati quali sono gli spazi comuni e chi può accedervi.

SPAZI PRIVATI E SPAZI COMUNI
Un’abitazione tipo è costituita da due stanze da letto, un bagno, un ripostiglio. Questi sono gli spazi privati. Quelli comuni, invece, generalmente includono un giardino, la cucina e una stanza per il tempo libero. La vita in cohousing offre numerosi vantaggi: prima di tutto economici, perché condividere le spese di gestione aiuta sicuramente ad alleggerire il singolo, ma soprattutto sociali.

I VANTAGGI DEL COHOUSING
Pensiamo ai bambini: una famiglia che vive in cohousing dà la possibilità ai propri figli, proprio grazie alla condivisione di tanti spazi comuni, di imparare il valore della socializzazione fin da piccoli. Se a un genitore capita di fare tardi per qualsiasi ragione, sa con certezza di potere affidare i propri figli a buone mani per qualche ora.

LA DIFFUSIONE DEL COHOUSING IN ITALIA
In Italia il cohousing non è ancora molto diffuso, anche se in diverse città sta prendendo piede con successo: pensiamo alla realtà Numerozero a Torino, o all’Urban Village di Milano, nel quartiere Bovisa, ma ce ne sono tanti altri. Vale la pena provare.

Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.
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