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Car sharing: per risparmiare soldi, tempo e stress

Affittare l’auto e risparmiare, a Milano si può. Basta fare attenzione a usarli tutti, i servizi di mobilità alternativa: mezzi pubblici, car sharing, bicicletta...

di Marco Delugan 15 set 2011 ore 10:04
Oltre la casa, anche l’automobile. Così una cooperativa svizzera ha deciso di mettere in comune anche le quattro ruote. Ed è stato l’inizio del car sharing.  I servizi che possiamo utilizzare adesso in Italia hanno una storia meno romantica, ma forse più sostenibile nel tempo. Vediamo con Marco Menichetti di Legambiente vantaggi, costi, possibilità di utilizzo e di sviluppo di GuidaMi, il servizio di car sharing realizzato dal Comune di Milano, ATM e la stessa Legambiente.

Cos’è il car sharing - Il car sharing è un servizio di noleggio a breve termine di automobili messe a disposizione in condivisione da un gruppo di persone che si sono iscritte al servizio. Nasce dall’esperienza di una cooperativa svizzera, persone che già collaboravano per la costruzione della casa e che hanno deciso di condividere anche l’acquisto e l’utilizzo di un’automobile. La realtà italiana è però meno romantica. Il car sharing è di solito gestito da società pubbliche, o a partecipazione pubblica, che mettono a disposizione automobili che possono essere utilizzate da chi si iscrive al servizio. In molti casi queste società derivano dall’azienda di trasporti pubblici. Di solito, infatti, il servizio di car sharing nasce dalla volontà di un’amministrazione locale, e viene fatto partire mettendolo in capo alla società di trasporto pubblico e di mobilità di quella specifica realtà. Il motivo è presto detto: il servizio in se stesso ad oggi non si autosostiene, e quasi sempre per partire ha bisogno dei finanziamenti che arrivano dal ministero dell’ambiente. 

Com’è andata a Milano - Il caso di Milano è particolare perché sono partite due iniziative: una diretta dal Comune e da ACI e in parallelo l’iniziativa di Legambiente che seguiva un approccio bottom-up, con poche macchine che aumentavano un po’ alla volta in base a quanti erano gli aderenti, che intanto crescevano di numero. Tutte e due le iniziative hanno avuto il finanziamento ministeriale. Erano due servizi diversi, però integrati tra loro, quindi c’era concorrenza e sinergia al tempo stesso. Poi questi due si sono fusi nell’attuale GuidaMi.

I finanziamenti ministeriali - Il finanziamento ministeriale è piuttosto consistente, nel senso che ammonta a circa il 50% del costo complessivo di avviamento. Vengono finanziate in particolare l’acquisto della tecnologia, quella di identificazione dell’utente e il computer di bordo, e l’attività di comunicazione e promozione del servizio. E poi perché uno degli obbiettivi del Ministero, e una delle peculiarità italiane, è che le diverse società siano collegate da un coordinamento nazionale, che permetta a chi è iscritto a Milano di noleggiare auto in altre città.

Come funziona il car sharing - Chi si iscrive al car sharing paga una quota annuale di adesione e riceve una tessera. La tessera permette di effettuare le prenotazioni, sia telefonicamente che via Web. Si possono fare prenotazioni multiple, per dire: io so che per tutto il prossimo mese dalle 17 alle 19 del mercoledì devo accompagnare mio figlio da qualche parte, così prenoto la macchina per tutti i mercoledì del mese dalle 17 alle 19. Una volta attivata la prenotazione, solo per quelle due ore che ho prenotato e solo per la macchina che ho prenotato, quando arrivo al parcheggio passo la mia card sul parabrezza e se viene riconosciuta la mia card, la macchina si apre automaticamente. Dentro si trovano le chiavi tradizionali nel cruscotto. All’interno della macchina, oltre alla tecnologia di identificazione dell’utente, c’è il computer di bordo che, dal momento in cui inizio ad utilizzare la macchina conta i chilometri che sto effettuando.

I parcheggi di car sharing - Sono tanti, ma dove la prendi poi la devi restituire. E questo è uno svantaggio rispetto all’auto-noleggio, dove puoi restituire l’auto anche in un parcheggio diverso da quello dove l’hai presa. Il vantaggio, invece, almeno a Milano, è che i punti di parcheggio sono accessibili 24 ore su 24, mentre all’autonoleggio puoi accedere solo negli orari di ufficio. E non sono solo a Milano, quelli di GuidaMi, ma sono anche a Monza e a Sesto San Giovanni, e solitamente il più possibile vicino ai punti di interscambio con Metropolitana e Ferrovia.

Privilegi delle auto car sharing - L’altro forte vantaggio, oggi a Milano, è che la macchina del car sharing viaggia sulle corsie preferenziali, entra nell’area Ecopass, parcheggia gratuitamente sulle strisce blu, e può parcheggiare sulle strisce gialle dei residenti, anche se sei fuori dalla tua area di residenza. Ma questo vale solo per il territorio del Comune di Milano.

Quanto costa il car sharing - Il sistema del car sharing prevede un pagamento a fine mese, tramite fattura, dei miei utilizzi con una tariffa doppia: le ore di disponibilità dell’auto e i chilometri che ho effettuato. Tutto questo oltre alla quota di associazione annuale. In questa doppia tariffa è incluso tutto, e cioè non devo pagare benzina, non devo pagare assicurazione, nient’altro. Un’ora di automobile costa mediamente 2,20 euro; la tessera per il contratto Family, a Milano, quella individuale, costa 120 euro all’anno, se sei socio Legambiente o se hai un abbonamento all’ATM, costa invece 60 euro all’anno; un chilometro costa 45 centesimi. Se la prendi per un’ora e fai 10 chilometri il costo è di 6,70 euro iva inclusa. Più tessera, ovviamente.

In che modo è competitivo con l’acquisto di un’auto - Il car sharing nasce, quando coinvolge la pubblica amministrazione, perché pensato come servizio da integrare agli altri servizi di mobilità. Se io, per dire, dismetto la macchina e penso di andare in giro solo utilizzando il car sharing tutte le volte che mi devo muovermi su percorsi che non siano minimi e che posso fare a piedi o in bicicletta, allora diventa costoso e anche oneroso dal punto di vista organizzativo. Se invece ho la possibilità, per dove vivo e per dove vado a lavorare, di utilizzare intensamente anche il trasporto pubblico ed altri servizi di mobilità, allora diventa molto interessante. In questo modo il sistema diventa alternativo all’uso intensivo dell’automobile privata. In molti casi quelli che si sono iscritti al car sharing hanno ripensato la loro metodologia di spostamento. In buona parte, circa il 30%, hanno dichiarato di aver rinunciato ad una macchina, in molti casi la seconda auto di famiglia, e in tanti altri proprio l’unica auto che avevano. Il car sharing è competitivo alle condizioni che abbiamo visto, ma se fai 20mila chilometri l’anno con l’automobile, allora no. Lo è se fai sui 5mila chilometri all’anno. Abbiamo stimato che un’automobile in media non costa meno di 6mila euro all’anno. E con 6mila euro fai mille ore con 10 chilometri ogni ora. Che sono quasi 80 ore al mese.

Un’auto per famiglia - A Milano città, dove negli ultimi anni non ci sono state politiche particolarmente forti a favore dei sistemi di mobilità alternativi, sta comunque diminuendo il numero di auto di proprietà. E questo accade perché in Milano città ci sono una serie di servizi di mobilità – poi tutti migliorabili, ovvio – che permettono di utilizzare meno l’auto. Per i momenti di emergenza, o per i casi ben programmabili, se aggiungi al trasporto pubblico e alla bici, qualche volta il taxi, qualche volta l’auto a noleggio e qualche volta il car sharing, allora puoi davvero pensare che un’auto per famiglia può bastare.

Sviluppi futuri - Una frontiera importante è quello dell’integrazione delle chiavi d’accesso ai diversi servizi, e cioè avere un’unica tessera per ATM, BikeMi, car sharing, eccetera. Si stanno facendo sperimentazioni in tale senso, e sta diventando operativo. Sarebbe uno sviluppo importante, anche di sola percezione, oltre che di comodità: l’idea di far parte di un circuito virtuoso.

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Vantaggi per aziende e pubblica amministrazione - Questo servizio non è ancora molto utilizzato dalle aziende e dalle amministrazioni pubbliche, ma potrebbe essere di grande utilità anche per loro. Perché? Intanto alla tessera del car sharing si possono associare più persone, per cui l’azienda inizia a non dover comprare più automobili, o comunque meno; avendo il computer di bordo e quindi il controllo totale dell’utilizzo del mezzo, esiste la possibilità di razionalizzare l’utilizzo delle risorse dedicate ai trasporti, o almeno a una parte di esse. Per le amministrazioni potrebbe essere l’occasione di ridurre un parco macchine spessissimo usate poco e male. Il Comune di Milano, ad esempio, ha già iniziato un progetto di riduzione graduale del parco macchine, per utilizzare mezzi pubblici, car sharing, bicicletta…

Il ruolo di Legambiente - Legambiente dopo l’esperienza diretta oggi non è più l’erogatore del servizio, però è il soggetto che lo promuove in ottica di integrazione dei servizi di mobilità. Esempi di promozione sono i seguenti. Legambiente ha ottenuto uno sconto del 50% per i propri soci, comunica e funge da garante il servizio; tramite accordo con ATM anticipiamo il costo dell’abbonamento annuale, e poi lo facciamo pagare a rate mensili attraverso un accordo con banca BPM. Stiamo raggiungendo un accordo per cui rateizzeremo anche l’abbonamento al car sharing. La tessera tradizionale a Legambiente, con la rivista, costa 30 euro all’anno, considerando che lo sconto per l’abbonamento al car sharing ne puoi risparmiare 60, l’hai già ammortizzata.

Car sharing e ambiente - Un dato interessante: in media una macchina del car sharing è utilizzata da 30 persone. Oggi il car sharing di Milano ha 110 macchine e 3500 persone iscritte. Quindi, anche se il calcolo non è in realtà così semplice, si può dire che per ogni auto del car sharing hai tolto dalla strada 29 automobili. Quindi, sia per l’inquinamento che per l’occupazione dello spazio, se i numeri dovessero diffondersi come in altre realtà la cosa può diventare interessante.
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