In Italia il crowdfunding è in fermento
Siamo solo agli inizi e i numeri in gioco per ora sono piccoli, ma le prospettive sono interessanti anche grazie all’intervento legislativo. I primi passi del crowdfunding italiano
di Carlo Vitali 12 feb 2013 ore 10:43LEGGI ANCHE: Crowdfunding: il credito alternativo che corre sul web
Suddivisione dei modelli delle piattaforme italiane per valore complessivo dei progetti finanziati (tra parentesi il numero delle piattaforme che hanno fornito dati sul valore totale dei progetti finanziati) Analisi delle piattaforme crowdfunding italiane – Novembre 2012 – Castrataro, Paris
Analizzando le altre tipologie di crowdfunding si assiste ad una certa vivacità nell’area delle piattaforme reward in cui si chiede un importo per finanziare un progetto riconoscendo un premio di valore crescente al crescere del contributo versato. Tra le piattaforme più interessanti c’è Eppela, su cui sono già stati finanziati una trentina di progetti, e Starteed, su cui è stato finanziato un bel progetto di musical su giovani e mafia. Esistono anche piattaforme specializzate, ad esempio per la musica come Musicraiser che ha tra i fondatori il cantante di Marta Sui Tubi: chi ha un progetto musicale da proporre può qui raccogliere i fondi necessari.
LEGGI ANCHE: Eppela, il crowdfunding italiano
Attraverso le piattaforme di donazione si possono scegliere progetti da sostenere, l’esempio è Shinynote. Un caso non nato dalla Rete ma proposto da una istituzione finanziaria è Terzo Valore di Banca Prossima (IntesaSanpaolo): qui si può partecipare, al fianco della banca stessa, al finanziamento di un progetto di una organizzazione del Terzo Settore, sia nella forma di prestito sia di donazione.
Nel settore delle piattaforme equity, in cui il finanziatore diventa un azionista dell’azienda, al momento l’unico esempio è SiamoSoci: non consente un investimento diretto online, è più un punto di incontro tra investitori e start-up. Le piattaforme equity sono però in rampa di lancio, il Decreto Crescita-bis (Dl 179/2012) ha posto l’attenzione sulle start-up innovative (sez. IX, art. 25) e sulle forme del loro finanziamento (sez. IX, art. 30), includendo la possibilità di crowdfunding sull’equity attraverso un “portale per la raccolta di capitali per le start-up innovative”.
Le start-up potranno raccogliere fino a 5 milioni di euro in crowdfunding e il decreto ha dato delega alla Consob di definire la disciplina a tutela degli investitori non professionali. É appena terminata l’indagine conoscitiva di Consob sul tema e la regolamentazione è attesa entro marzo: per una volta non siamo in clamoroso ritardo verso gli Usa (Obama ha firmato una legge analoga, JOBS Act, nell’aprile 2012) e anzi siamo il primo paese in Europa a sdoganare il concetto di crowdfunding.
Carlo Vitali
Smartika.it
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.