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Crowdfunding: il credito alternativo che corre sul web

Come fare a meno delle banche. Il finanziamento tra privati cresce grazie alla rete. In questo articolo una breve storia e le diverse forme che può assumere il crowdfunding

di Carlo Vitali 15 gen 2013 ore 11:13
Il crowdfunding è un canale alternativo di credito nato intorno al 2005 che ha tratto grande impulso dal clima di sfiducia verso il mondo della finanza dopo i fatti del 2008. Con questo termine si indica una forma di finanziamento che può avere differenti finalità ma è accomunata dal fatto di essere generata su web grazie alla partecipazione diretta di una molteplicità di privati (crowd = folla). É una evoluzione, applicata alla finanza,  del concetto di crowdsourcing in cui una molteplicità di persone portano il loro contributo di idee e lavoro per realizzare un progetto di utilità pubblica, come può essere Wikipedia o Linux.

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Il crowdfunding è classificabile in base alle finalità ed al tipo di ritorno che viene dato al finanziatore.

Di tendenza sono le piattaforme reward-based in cui si chiede un certo importo per finanziare un progetto (in settori ad esempio come tecnologia, arte, design, moda) documentandolo e presentandolo con una clip e si riconosce un premio di valore crescente al crescere del contributo dato. Kickstarter è la più conosciuta e vanta storie di successo come il Pebble, orologio integrato con lo smartphone, in grado di trovare quasi 70.000 finanziatori per un importo di oltre 10 milioni di dollari, 100 volte superiore al richiesto. Stanno prendendo piede anche le piattoforme equity in cui il finanziatore diventa (piccolo) azionista dell’azienda: un esempio è Crowdcube

crowdfunding

Da un punto di vista dei volumi sono di gran lunga più significative le piattaforme lending (Lending Club, Prosper, Zopa le più note) in cui il finanziatore presta il suo denaro ad un altro privato ed è ripagato con rate mensili comprendenti gli interessi: nel 2012 hanno erogato prestiti per un miliardo di dollari. Esistono anche piattaforme lending che non riconoscono interessi, tipicamente per il microcredito verso chi vive nei Paesi più poveri . L’esempio qui è Kiva che ha finanziato 950mila persone per circa 400 milioni di dollari. 

Un’ultima tipologia, per charity ma anche fundraising di sostegno politico (Obama-style), sono le piattaforme donation in cui, come dice il nome, si fanno delle pure donazioni.

Carlo Vitali
Smartika.it

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