Avere vent’anni e 50mila euro da investire
Ho vent’anni e 50mila euro da investire. Vorrei almeno difenderne il potere d’acquisto e, se possibile, aumentarlo
di Giacomo Saver 20 mag 2013 ore 15:03Buongiorno. Personalmente nei miei 20 anni di vita non mi sono mai interessato alla scienza triste più di tanto dato che non ne ho mai avuto l'esigenza ma ora che mi ritrovo un patrimonio in eredità della somma di 50,000€ circa, sono costretto a farlo. Dalle basi che sto apprendendo qua e là, l'obiettivo minimo è difenderli dall'inflazione e mantenere almeno lo stesso potere d'acquisto da qui negli anni, se non aumentarlo.
Siccome quasi sicuramente non avrò bisogno di questo capitale nei prossimi 5-10 anni, potrei orientarmi su investimenti a medio termine, magari indicizzati all'inflazione italiana, nonostante alcuni sostengano che questo calo dei consumi possa provocare una deflazione, ma sto solo supponendo, dato che son qui per chiederle consiglio.
Tra le varie opzioni vedo BTP di varie entità, buoni postali e conti deposito come investimenti "sicuri", dato che come spiegato cerco principalmente quello, mantenere il potere d'acquisto ed il valore "reale" di questi 50k magari guadagnandoci anche qualcosa su, visto che andrei comunque a vincolarli, dato che con quasi ogni probabilità non ne avrò bisogno nel futuro prossimo.
Quindi, ricapitolando, le informazioni di base sono: 20 anni di età, 50k, non mi servono nei prossimi 5-10 anni. Sono uno studente ma copro ampiamente i miei consumi, che da buon risparmiatore non sono tantissimi, e risparmio mensilmente altri 300/400€.
Li ringrazio anticipatamente per le risposte e per i consigli.
Buona giornata
RISPOSTA - Buon giorno a lei. Sono assolutamente d'accordo in merito alla necessità di difendere i suoi risparmi dall'inflazione per due motivi.
1) Il fatto che i prezzi abbiano rallentato la loro salita non significa che essi scendano. Bisogna infatti distinguere tra moderata inflazione - ossia un modesto incremento del costo della vita - e deflazione - ossia prezzi calanti. Il fatto che l'inflazione rallenti significa solo che i prezzi crescono poco, non certo che essi scendono e quindi il bisogno di proteggere il valore reale dei suoi risparmi è un'esigenza quanto mai nobile.
2) L'ultimo dato ISTAT (aprile 2013) evidenzia un tasso annuo di inflazione dell'1,10%, il che significa che in venti anni il potere reale del suo risparmio scenderà del 20% circa pur in presenza di un modesto incremento dei prezzi, ammesso che non ci siano successivi rialzi.
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Alla luce di ciò le consiglio senza dubbio di sottoscrivere i buoni postali indicizzati all'inflazione. Essi infatti:
a) pagano interessi e capitale indicizzati all'inflazione italiana e non europea (come accade invece per i BTPi);
b) hanno una durata lunga (10 anni a differenza dei BTP Italia che, invece, hanno una durata massima in emissione di quattro anni);
c) capitalizzano gli interessi e la rivalutazione il che li rende adatti ad un risparmiatore come lei che non ha bisogno di ricevere una remunerazione periodica dai propri investimenti.
Una sintesi su come utilizzare i buoni fruttiferi postali indicizzati, guarda queste slide.
Cordiali saluti.
Giacomo Saver